In Friuli, tra le 900 vittime del sisma, 33 si contarono tra gli artiglieri della Caserma Goi-Pantanali di Gemona.
Quel maledetto 6 maggio faceva particolarmente caldo e diversi soldati, di ritorno da una esercitazione trascorsa sul monte Cuarnan, andarono a dormire presto, sapendo che il giorno dopo avrebbero dovuto nuovamente sopportare una seconda giornata di duro lavoro.
Alle 21, con la seconda scossa, le camerate della caserma si sbriciolarono completamente. Tra le macerie, salvo per miracolo, c’era un militare di leva della Bassa friulana, all’epoca 21 enne. Lo scorso anno, dopo 45 anni, ci ha raccontato quella tragedia, affidando al pubblico di Telefriuli la sua testimonianza che trovate nel VIDEO in alto.
Memorie strazianti, che ha voluto consegnare solamente con la promessa che non avremmo reso noto il suo nome. “Troppo il dolore – spiega -. Vanno onorati i deceduti e la ricostruzione, non voglio che il mio nome oscuri chi ha perso la vita”.
Oggi, che di anni ne ha 67 anni, ha la voce ancora ‘rotta dai ricordi’ e dalle immagini indelebili, che a fatica riesce a confidare. Del sisma porta solamente una piccola cicatrice sulla gamba; nulla in confronto alla lacerazione che l’Orcolat ha inflitto al suo cuore. Una ferita profonda, che tormenta ancora. Quando riuscì ad uscire da una piccola cavità che si era formata grazie ad una colonna portante, attorno a lui vide solo distruzione e cadaveri di commilitoni da seppellire.