Al parco di San Valentino di Pordenone è stato piantato un albero in memoria di Giovanni Palatucci, “Giusto tra le Nazioni” per aver salvato migliaia di ebrei quando era questore di Fiume, prima di essere arrestato e deportato al campo di Dachau dove è morto il 10 febbraio 1945. La Questura di Pordenone, assieme al Comune, al fine di onorare il suo sacrificio, hanno scoperto una “targa” in memoria dell’ex Questore di Fiume, apposta ai piedi di un un “Liriodendro” nell’area verde più frequentata dalle famiglie, dai giovani, dagli studenti e dagli sportivi
Presenti il Questore della Provincia di Pordenone Marco Odorisio, il Prefetto di Pordenone Domenico Lione, il sindaco della città Alessandro Ciriani, i Comandanti Provinciali dell’Arma dei Carabinieri Luciano Paganuzzi e della Guardia di Finanza Stefano Commentucci e S.E. il Vescovo della Diocesi di Concordia-Pordenone Mons. Giuseppe Pellegrini. Allo scoprimento della targa, sono seguite la benedizione del Vescovo e l’intonazione delle note del “silenzio d’ordinanza”.
Chi era
Nato in provincia di Avellino nel 1909, a partire dalla promulgazione delle leggi razziali del 1938, Palatucci, in servizio presso l’Ufficio Stranieri della Questura di Fiume, divenne il protettore in particolare degli ebrei, con la cui comunità fiumana intratteneva cordiali rapporti di stima e di amicizia. Salvò la vita a più di 5 mila ebrei, avviandoli a un campo di raccolta in provincia di Salerno dove era Vescovo uno zio, che li prese sotto la propria protezione.
Il ricordo
Il Questore ha evidenziato come “la cura della memoria, la custodia del ricordo, siano non solo un modo di onorare chi non c’è più, ma di rendere merito a chi ha donato la propria vita per gli altri. Memoria e Ricordo come portatori di valori universali, che vanno custoditi e coltivati nel tempo, proprio come l’albero che è stato oggi piantumato al Parco “San Valentino”, affinché non risulti vano il sacrificio di chi, al servizio del prossimo, ha sacrificato la propria vita, tracciando la strada ed indicandoci il modo in cui percorrerla”.
Giovanni Palatucci era nato a Montella (AV) il 31 maggio 1909 e all’indomani della promulgazione delle “leggi razziali” del 1938 era in servizio presso l’Ufficio Stranieri della Questura di Fiume, dove, divenendo altresì “Reggente” della Questura stessa, salvò la vita a migliaia di ebrei e persone perseguitate, fornendo loro documenti falsi e favorendone l’invio ad un “campo di raccolta” in provincia di Salerno, dove era Vescovo lo zio Giuseppe Maria Palatucci, che li prese sotto la propria protezione.
Il precipitare degli eventi, dopo l’8 settembre 1943, fece sì che PALATUCCI rimanesse solo a reggere la Questura di Fiume ed un anno dopo fu arrestato dalla Gestapo e, condannato a morte, la pena gli fu commutata nel carcere a vita.
Fu quindi internato nel campo di concentramento di Dachau, dove morì il 10 febbraio 1945, all’età neanche di 36 anni.
Per le sue “opere di bene”, nel 1990 è stato proclamato “Giusto tra le Nazioni” e nel 2004, al termine del processo di canonizzazione, è stato proclamato “Servo di Dio”.