Back to Godia: l’auto del futuro nasce dal passato

Il destino delle auto ibride è nel fotovoltaico. A dirlo è l'udinese Fabio Spiesanzotti, grande appassionato di elettronica e collezionista di Lancia d'epoca. Suoi i prototipi che ricordano 'Ritorno a...
Giancarlo Virgilio
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La macchina del futuro rinasce dalle automobili del passato. E’ questo il concetto di fondo che ha spinto un appassionato friulano a perfezionare, di anno in anno, una vettura capace di garantirgli il massimo dell’affidabilità dal punto di vista energetico, applicandolo non su auto moderne, ma su vecchi modelli anni ’80 e ’90, più precisamente le gloriose Lancia Delta.

Si chiama Fabio Spiesanzotti, ha 37 anni, è di Udine e da quando ha 18 anni si diverte a modificare e restaurare modelli Lancia, recuperati in giro per l’Italia, prima che finiscano dallo sfasciacarrozze.

Uscito dal Malignani con in mano il diploma di perito elettrotecnico, Fabio oggi lavora alla Bosh di Fagagna dove è impiegato come operatore di macchina. Il tempo libero lo dedica invece alla sua compagna di vita, la sarda Francesca Gessa, e al suo secondo grande amore, restaurare le sue auto a renderle iper accessoriate, ma a risparmio energetico. Fabio non è un meccanico, ci tiene a sottolineare. E’ semplicemente un autodidatta che, da patito di elettronica e informatica, ha messo a frutto le nozioni acquisite in 18 anni di esperimenti e tentativi, più o meno riusciti.

“Quando ero piccolo mio padre possedeva una Lancia Gamma, che poi a lungo è stata parcheggiata nella mia vecchia casa di via Buttrio”, ci racconta il ‘Mac Gyver’ friulano. “Da lì è nata la mia passione per lo storico marchio di Torino, tanto che già prima che avessi la patente – ricorda Fabio – ero riuscito a procurarmi un’altra Gamma, usata per dare sfogo alla mia curiosità e creatività, modificando gli interni e iniziando a posizionare, fari, neon e i primi impianti stereo. Di volta in volta, ho iniziato a fare pratica con l’impianto elettrico e a capire anche dove mettere le mani dal punto di vista meccanico”.

Qualche anno fa, dopo essere tornato da un lungo viaggio e aver trovato la sua Delta con la batteria a terra, qualcosa ha iniziato a frullare nella sua testa: trovare un sistema che permettesse alle sue vetture di sostenere tutti gli optional che installava e al contempo che gli consentisse di refrigerare l’abitacolo, pur in assenza di un impianto clima. Ecco, dunque, l’idea di applicare ai cofani e al tetto delle vetture dei pannelli fotovoltaici come generalmente si utilizza fare sui camper.

Da quel giorno la sua officina di Godia non è più stata la stessa. Non appariva più come un semplice parco di auto d’epoca, ma sempre più come il garage del dottor Emmett Lathrop Brown, ovvero Doc di Ritorno al Futuro, il celebre scienziato della saga cinematografica di Robert Zemeckis. Dalla scintilla ai primi nuovi esperimenti non è passato molto tempo. Il primo banco di prova è stato un lungo viaggio in auto verso la Sardegna, dove avrebbe poi conosciuto i suoceri ‘acquisiti’. “Quel giorno – ci racconta ridendo la fidanzata -, quando i miei genitori hanno visto Fabio uscire dal traghetto con un’auto ‘mimetizzata’, tutta rielaborata, hanno pensato davvero fosse arrivato a trovarli una specie di Michael J. Fox friulano”.

“Per sostenere tutti gli accessori un minimo di ricarica serve sempre”, aggiunge Fabio, riallacciandosi al discorso dei pannelli fotovoltaici che applica alla scocca delle sue numerose Delta. Per alimentare servosterzo, impianti stereo, caricabatterie, neon, luci rigorosamente al led, volante, sedili, specchietti retrovisori termoriscaldati, olio motore in temperatura, prese per cellulare, regolatori di carica, cb, casse, impianto stereo e sbrinatori, ecc… serve garantirsi una buona copertura dal punto di vista energetico. Da qui l’idea, che ho messo in pratica sui miei prototipi”.

“Per assurdo – sottolinea Fabio –, oggi i pannelli solari andrebbero montati di serie almeno sulle auto ibride. Non capisco come mai nessuna casa automobilistica lo faccia, nemmeno sulle auto elettriche. Non è solo una questione ecologia, è proprio una questione di dare più sicurezze ai clienti. Inoltre, i pannelli permettono di eliminare lo sforzo dell’alternatore, che può diventare utile solamente d’inverno, in presenza di neve o in assenza di sole”. 

Una soluzione, dunque, pratica e comoda, che lo stesso Fabio non esclude potrebbe essere presa in considerazione anche dal guru delle auto elettriche Elon Musk. “I pannelli – garantisce l’udinese – hanno una vita media superiore a quelle delle automobili. Quindi potrebbero davvero essere integrati, con stile, nelle vetture del prossimo futuro”.

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