Bar chiusi, pipì in casa di gentili sconosciuti. Le disavventure degli artigiani

Il disagio di una imprenditrice edile con un piccolo cantiere in Carnia
Redazione

Ha dovuto bussare alla porta di sconosciuti per poter andare in bagno,visto che tutti i bar del paese erano chiusi a causa dell’ultimo Dcpm.  E’ accaduto stamani in Carnia a un’imprenditrice edile,che ha riferito la spiacevole vicenda alla CNA (alla quale la sua ditta, con sede a Nimis, è associata). Soprattutto nei piccoli paesi montani, il limite dell’asporto e del non consumo in loco ha indotto molti bar a chiudere del tutto; così l’artigiana friulana, impegnata oggi in un sopralluogo in un piccolo cantiere, ha dovuto chiedere la cortesia – con un certo imbarazzo – a una famiglia del postoper poter andare in bagno. 

Non si tratta, quindi, solo di rinunciare a un caffè o un pranzo veloce al bar: viene proprio a mancare, per i lavoratori, la possibilità di utilizzare i servizi igienici degli esercizi pubbliciin caso di necessità. “Senza contare – aggiunge Nello Coppeto, presidente regionale CNA Fvg – che con la chiusura dei ristoratori molte altre categorie sono svantaggiate negli orari di lavoro, in primis gli autotrasportatori. Se è vero che gli autogrill restano aperti, è vero anche che non sempre tir e camion si trovino a percorrere l’autostrada; e trovare un bar aperto nei paesi è un’impresa ardua all’ora di pranzo, figuriamoci la sera”. 

Operai e autisti, insomma, sono i lavoratori che, lontani da casa, maggiormente stanno soffrendod ei vincoli legati alla “zona arancione”. “Bisogna trovare una soluzione alla problematica della ristorazione”, chiude Coppeto.

Potrebbe interessarti anche

©2022 TELEFRIULI. Tutti i diritti riservati | P. IVA 01313840306. La testata Telefriuli è registrata al Tribunale di Udine, n° 414/78 il 21.02.1978
Powered by Rubidia