ll popolo delle Partite Iva è in subbuglio, tanto da minacciare lo sciopero fiscale come forma di disobbedienza civile. Potrebbe sembrare una boutade, ma è un campanello d’allarme da prendere seriamente in considerazione.
In questi ultimi 10 mesi, la pandemia sta mettendo in evidenza tutte le fragilità di una società basata su un equilibrio sottile, che vede il settore pubblico interagire e integrarsi al mondo privato. Proprio per questo motivo, lo sciopero indetto nel pubblico per il rinnovo contrattuale del settore pubblico, in un certo senso non aiuta a rendere meno marcato il divario tra i due mondi. Non a caso, ieri, il presidente di Confartigianato Fvg Graziano Tilatti, ha definito lo sciopero come una scelta inopportuna e sbagliata. Oggi, a fare eco alle perplessità di Confartigianto, si è aggiunta la voce dei piccoli imprenditori. Anzi, Cristina Pozzo, presidente del Comitato nazionale Partite Iva d’Italia e vicepresidente delle Partite Iva Fvg fa di più e minaccia lo sciopero fiscale come atto di disobbedienza civile nel caso in cui non venga dato seguito alle richieste della sua categoria.
“Viviamo una crisi economica senza precedenti, ma i sacrifici vengono chiesti solo a chi è la parte produttiva del Paese, incrementando fallimenti e suicidi, distinguendo tra figli e figliastri”, premette la rappresentante. “Nonostante il Governo abbia già approvato molte delle richieste sindacali, Cgil, Cil e Uil intendono comunque proseguire con lo sciopero previsto mercoledì 9 dicembre. Ciò avviene mentre le richieste delle Partite IVA vengono disattese e mentre si continua a far arrancare le aziende con continue limitazioni e orpelli, non ultimo, la necessità di dover nuovamente cambiare il registratore di cassa, per adeguarlo alla lotteria degli scontrini”, sottolinea Cristina Pozzo.
Le richieste
“Questo stesso Governo, inoltre, ci ricorda le prossime scadenze fiscali. Siamo stanchi di sacrifici a senso unico – spiega Cristina Pozzo- Chiediamo che vengano erogati risarcimenti congrui al danno subito e non oboli da elemosine e che venga disposto il biennio bianco, per dare la possibilità alle aziende di riprendersi”. “Chiediamo che i titolari di Partita IVA vengano tutelati economicamente in caso di malattia o di messa in quarantena e che vengano istituiti gli ammortizzatori sociali per tutte le aziende che dovranno chiudere o fallire a causa di questa pandemia; che vengano bloccati tutti i pignoramenti e le aste; che vengano bloccate le cartelle esattoriali; la cancellazione delle segnalazioni bancari. Non possiamo essere messi nella condizione di non lavorare e non venire adeguatamente risarciti.
Chiediamo, infine, che vengano sospesi ogni genere di versamento fiscale e contributivo fino a data da destinarsi. Se tali richieste verranno disattese – minaccia la referente –, invitiamo il Popolo delle Partite IVA a iniziare lo sciopero fiscale e la disobbedienza civile”