Tutti contro Trump e l’imposizione di barriere doganali anti-globalizzazione. È la posizione dominante al Forum economico internazionale di San Pietroburgo, che ha visto protagonisti i presidenti di Russia e Cina, Vladimir Putin e Xi Jinping, i quali hanno illustrato la loro idea per un mondo più equo e stabile.
“Ma è proprio in questo contesto – riferisce un osservatore speciale, Gianpietro Benedetti, presidente del Gruppo Danieli, presente al vertice – si è tornato a parlare con preoccupazione di guerra fredda”.
“Entrambi i leader – racconta l’ingegner Benedetti – hanno bocciato le barriere doganali imposte da Trump. Più diretto Putin, più soft Xi Jinping. Il Cremlino riconosce la forza tecnologica americana, ma non accetta che sia utilizzata per simili imposizioni. E ritiene che frenare la globalizzazione sia un danno soprattutto per i paesi in via di sviluppo”.
Durante il vertice, Putin e Xi Jinping hanno più volte ribadito di essere in sintonia nello scacchiere geopolitico, soprattutto in un momento in cui i rapporti sia della Cina che della Russia con gli Usa non sono per nulla idilliaci.
Dal caso Huawei ad altre guerre commerciali, non le hanno mandate a agli Usa. A tratti è stato proprio un attacco frontale. Soprattutto i due leader non hanno perso occasione per sottolineare l’impennata degli scambi commerciali tra i due paesi (108 miliardi di dollari nel 2018, + 25% rispetto al 2017).
Il numero uno del Gruppo Danieli riferisce che la posizione maggiormente allarmista a San Pietroburgo è stata quella del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, il quale ha affermato che l’attuale situazione potrebbe sfociare in un clima di guerra fredda, mettendo a rischio la pace.
L’ingegner Benedetti fa poi sapere che a San Pietroburgo il presidente di Slovenia e Bulgaria hanno affermato di sperare che l’America non imponga dazi all’Europa, in particolare per il mercato dell’auto, dal quale dipendono molte aziende e molti posti di lavoro. Situazione che favorirebbe conflitti sociali.
Ma davvero c’è la possibilità di un ritorno alla guerra fredda? “Può essere – riflette Benedetti. Ma la Cina non è più quella di 20/30 anni fa. Nemmeno la Russia. Sono due paesi più efficienti e tecnologici, grazie anche all’accelerazione impressa sul fronte della formazione e della scuola. Cina e Russia insieme – conclude il Presidente del Gruppo Danieli – oggi insieme possono competere”.