“A Udine sono sempre più frequenti le domande di rinuncia dei cani di proprietà e in continuo aumento le richieste affinché il Comune intervenga per prendersi cura dell’animale domestico cui non si è più in grado di provvedere. Questa è la nuova realtà, questa è la nuova problematica cui gli uffici del benessere animale si trovano a dover far fronte.”
Lo dichiara la consigliera con delega al benessere animale, Claudia Basaldella.
“Solo nel corso del primo semestre dell’anno 2019 – prosegue la consigliera – il Comune ha dovuto predisporre quattro ordinanze di ricovero d’autorità relative anche a “più cani appartenenti alla stessa persona”, in particolare una riferita al prelievo da un appartamento privato di ben diciassette cani su 23 presenti, mentre sono state accolte alcune richieste di ritiro di cani di proprietà a seguito del vaglio da parte degli uffici comunali di tutta la documentazione che deve essere fornita come previsto dal regolamento di attuazione dalla regione”.
Cani sequestrati
“I cani sequestrati negli ultimi mesi – aggiunge – tutti di piccola e media taglia e aventi meno di due anni di vita, sono ora disponibili per essere affidati a privati che diano buone garanzie di mantenimento e si possono visitare presso il Canile convenzionato di Porpetto negli orari di apertura (vedi sito www.comune.udine.gov.it); è inoltre attiva la pagina Facebook ‘Udine a 4 zampe’ che viene utilizzata anche per aggiornare le richieste di aiuto al fine di trovare casa o nuova sistemazione a tutti i cani e gatti presenti sul territorio comunale, su richiesta del cittadino stesso”. “Nella maggior parte dei casi il ricovero d’autorità viene messo in atto al fine di evitare ai cani e agli altri animali situazioni di disagio date da condizioni igienico sanitarie non idonee o dal mancato rispetto dei bisogni fisiologici ed etologici della specie, al punto la mettere a rischio la sicurezza o l’igiene pubblica”.
L’art. 4 della L.R. 20/2012 e l’allegato A del relativo Regolamento entrano nel dettaglio ed elencano quali sono le regole per una adeguata convivenza uomo-cane.
“Negli ultimi due anni – precisa la Consigliera – sono decisamente aumentate le richieste anche per casi non propriamente ritenuti “urgenti” e, considerato il numero crescente di istanze riguardanti l’impossibilità di continuare a detenere animale domestici, si sta valutando l’ipotesi di stabilire misure più severe rispetto a quelle già in vigore adottando un proprio regolamento”.
Per la detenzione di animali d’affezione in numero o condizioni tali da causare problemi di natura igienica o sanitaria o da recare pregiudizio al benessere degli animali stessi è prevista una sanzione va da un minimo di 250 ad un massimo di 350 euro, quando viene escluso il reato (art. 727 c.p.comma 2).
Le sanzioni vanno da 60 a 300 euro per il mancato rispetto delle dimensioni e delle caratteristiche dei recinti, per la detenzione di cani in balconi, terrazze, cantine, gabbie, trasportini; per i proprietari di cani ai quali non è garantita ogni giorno l’opportuna attività motoria, ovvero tenuti in appartamento e ai quali non sono garantite regolari uscite giornaliere (non inferiori a due), o custoditi in recinto e ai quali non è garantita almeno un’uscita giornaliera. Non vi sono obblighi solo per cani detenuti in spazi superiori ai 120 metri quadrati.
“Decidere di accogliere nella propria vita, nella propria quotidianità un animale, di qualsiasi specie esso sia, deve comportare una valutazione a monte. Prendere con sé un amico a quattro zampe è un impegno che dev’essere costante e duraturo nel tempo. È una scelta e come tale dev’essere responsabile”, conclude Claudia Basaldella.