Carburante alle stelle, la Slovenia mette un freno e blocca i prezzi

Intervento del Governo di Lubiana.
Redazione
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Lubiana anticipa Roma (c’era da aspettarselo) e blocca l’escalation dei prezzi del carburante per i prossimi 30 giorni introducendo un sistema di regolamentazione sui costi alla pompa dei prodotti petroliferi.

Così, mentre continua l’esodo dei cittadini del Friuli Venezia Giulia verso il confine per il classico ‘combo’ stile anni ’80-’90, ovvero pieno più sigarette e/o carne, la Slovenia interviene per evitare nuovi rincari fissando un tetto massimo per benzina 95 ottani a 1,503 euro e per diesel a 1,541 euro.

Il premier Janez Janša ha infatti deciso di mettere un taglio ai prezzi record. Come? Ha deciso di abbassare le accise congelando i margini di guadagno per l’olio combustibile, annunciando che in caso di necessità attingerà le risorse dalle riserve strategiche nazionali in caso di necessità.

Oltre i confini di Gorizia, Tarvisio, Paluzza e Trieste, continua nel frattempo il via vai dei nostri corregionali disposti a sopportare lunghe file (anche di un’ora) pur di frenare il caro benzina che ha colpito i distributori italiani.

Nel frattempo anche il governo Draghi è deciso a limitare il caro benzina possibilmente rivedendo le accise e l’Iva sia sul carburante che su luce e gas, ma non è escluso che le misure che verranno proposte siano studiate per ‘categorie’. Il tema sarà al centro del Consiglio dei ministri previsto in settimana. 

Secondo l’analisi di Quotidiano Energia, diesel e benzina al servito sono in media arrivati alle cifre monstre rispettivamente di 2,3 e 2,18 euro al litro. Sul tema anche la presidente del gruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani, ha chiesto di valutare l’introduzione di un tetto massimo dei prezzi petroliferi.

“Le evidenti difficoltà che stanno incontrando le famiglie e intere filiere produttive per l’insopportabile aumento dei carburanti di questi giorni – ha spiegato la dem -, richiedono misure urgenti e significative che agiscano parallelamente all’accertamento delle responsabilità di ingiustificati rincari cosi’ come denunciato anche dal ministro Cingolani”. 

“Le code chilometriche di cittadini italiani che vanno in Slovenia per fare il pieno sono l’immagine di una situazione non più sostenibile. Il divario di prezzi dei carburanti tra i due Paesi è storicamente consistente, e ancor di più lo è oggi, con la decisione del Governo di Lubiana di porre un tetto massimo”, denuncia Sandra Savino, deputata e coordinatrice di Forza Italia Fvg. “All’ultima rilevazione ufficiale, risalente alla settimana scorsa, il divario era di circa 50 centesimi al litro, cioè venti euro di risparmio per un pieno. Con la decisione di oggi aumenterà ancora di più, mettendo in ginocchio i gestori delle aree di servizio del Fvg e causando un danno alle casse dello Stato in termini di minor gettito Iva. Per questa ragione il Governo italiano deve prendere atto dell’eccezionalità della situazione in regione e assumere provvedimenti ulteriori. Bene lo sconto di 15 centesimi a livello nazionale, ma qui serve ben altro per fermare il turismo del pieno”, continua Savino, ricordando che da assessore regionale alle finanze varò un contributo “benzina” per i residenti in Regione.

“Prezzo medio minimo della benzina in Fvg: 2,061 euro al litro, contro i 1,503 della Slovenia; prezzo medio minimo del diesel 2,058 contro i 1,541 della Slovenia. Lo sconto di 15 centesimi al litro su cui sta lavorando il Governo sarebbe un pannicello caldo su una ferita aperta da anni e peggiorata nelle ultime settimane”, scrive in una nota il deputato di Forza Italia Roberto Novelli.

“Quand’anche andasse in porto, il prezzo scenderebbe a circa 1,9 euro, 40 centesimi in più che oltre confine. Il risultato? Ancora turismo del pieno, rischi di chiusura per le aree di servizio del Fvg, pesanti ricadute anche per le casse regionali. Perché ricordiamo che una parte dell’Iva, compresa quella sui carburanti, resta in regione, sempre che si faccia benzina in regione. Nelle prossime ore presenterò un emendamento al decreto energia per chiedere al governo di creare un fondo specifico per l’emergenza caro benzina in Fvg, ma è necessario che si intervenga prima di subito, cioè con il decreto che sarà varato domani. E che dovrà tenere in considerazione la particolarità del nostro territorio: essere terra di confine non può continuare ad essere una colpa da espiare”.

“Già in passato sollevai la questione in Parlamento, purtroppo inascoltato. Ora la situazione è insostenibile. Vale la pena ricordare che nel decennio 2008-2018 il turismo del pieno ha causato un crollo delle vendite di carburante in Fvg, pari a circa 17 milioni di litri all’anno, con una perdita di entrate per la Regione di circa 254 milioni di euro. Regione che ha fatto quel che ha potuto rifinanziando il contributo per i residenti, ma ora è necessario un intervento efficace ed immediato del governo”, conclude Novelli.

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