Centri estivi in Fvg: «Regole punitive degne della peggiore distopia orwelliana»

Imposizioni anticontagio deleterie. Il consigliere regionale Walter Zalukar diffida Fedriga: «Disposizioni anticontagio deleterie»
Redazione

Walter Zalukar diffida Fedriga. L’ex responsabile del pronto soccorso di Cattinara, nonché presidente dell’associazione Costituzione 32 e consigliere del gruppo misto in Consiglio regionale si scaglia contro le regole anticontagio imposte per le riaperture dei centri estivi. Da lunedì 15 giugno le attività ricreative rivolte ai bambini di diverse fasce di età inizieranno ad aprire i battenti seguendo le linee guida imposte dall’ordinanza regionale di fine maggio. Regole che secondo il consigliere sarebbero deleterie e punitive più che utili ai fini sanitari.

“Pare che la Regione non intenda rivedere le regole anti contagio imposte per la riapertura dei centri estivi– spiega Zalukar-. Queste regole (l’obbligo di mascherina per tutto il tempo di frequenza; il divieto di qualunque uscita; il triage sanitario all’ingresso, la divisione in gruppi, il divieto per i gruppi di avere contatti tra loro; la divisione in aree o aule separate tracciate) vengono imposte nonostante i contagi siano praticamente azzerati, nonostante l’obbligo di mascherina sia stato abolito all’aperto, nonostante i rischi dell’uso della mascherina sulla popolazione pediatrica  siano ben noti e nonostante i bambini, nella vita quotidiana, possano giocare normalmente, frequentare parenti e amici, nonostante la popolazione adulta stia di fatto conducendo una vita quasi normale, con possibilità di frequentare bar e ristoranti, di fare attività sportiva in libertà e così via”.
“Le regole imposte alla popolazione pediatrica – prosegue il consigliere – non solo non trovano alcuna giustificazione, ma avranno conseguenze deleterie per i bambini, cui è imposto un modello di società degno della peggiore distopia orwelliana, nel quale il prossimo è nemico, portatore di un pericolo invisibile, da tenere a distanza e del quale diffidare. La spontaneità dei bambini, bene prezioso che andrebbe preservato soprattutto nei momenti di difficoltà, viene di fatto soffocata e criminalizzata, per realizzare una società ossessionata dalla sicurezza in nome della quale si accetta il sacrificio di diritti assoluti, inviolabili, quali quelli del Fanciullo a uno sviluppo armonico e sereno, al gioco, al rispetto dei suoi bisogni più sacri ed ineludibili. Se le regole imposte ai ricreatori sono finalizzate ad evitare qualunque pericolo di contagio esse sono da un lato inutili, perché fuori dai ricreatori i bambini continueranno una vita normale, dall’altro dannose perché le ferite psicologie ed emotive generate sulle nuove generazioni provocheranno senza alcun dubbio danni permanenti, dei quali l’Amministrazione Regionale e Comunale saranno un domani chiamata a rispondere. I bambini e gli adolescenti hanno molto sofferto gli effetti della crisi epidemica – conclude Zalukar -: senza servizi educativi, senza scuola, senza sport e con una didattica a distanza che, in fin dei conti e nonostante il valevole sforzo di molti insegnanti, ha mostrato tutta la sua aridità”.
 

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