Chiesti oltre 30 anni di reclusione complessivi per i vertici Coopca

Il pm Elisa Calligaris ha chiesto 30 anni e 7 mesi complessivi di reclusione per 13 imputati e l’assoluzione per altri due. Le domande di risarcimento delle parti civili superano il milione di euro
Hubert Londero
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Pene da 4 mesi a 4 anni e 9 mesi, in tutto 30 anni e 7 mesi, per 13 imputati e assoluzione per altri 2. Sono le richieste di condanna da parte del pm Elisa Calligaris all’indirizzo del tribunale collegiale presieduto da Paolo Milocco in merito al crack della Coopca, la cooperativa di consumo carnica dichiarata fallita nel 2016. A ciò si aggiungono le richieste di risarcimento delle parti civili, a partire dal milione di euro domandato dall’avvocato Andrea Mondini, rappresentante del liquidatore giudiziale, dalla provvisionale di 50mila euro chiesta dal legale della Banca d’Italia, e dal risarcimento del 30% del capitale versato richiesto dall’avvocato Daniele Liani, rappresentante di 238 azionisti

Entrando nel dettaglio, la pena maggiore, pari a 4 anni e 9 mesi, è stata chiesta per l’allora presidente del Cda di Coopca, Giacomo Cortiula. La reclusione a 4 anni e 6 mesi è stata domandata per il presidente del collegio sindacale Giancarlo Veritti, il sindaco Fosca Petris e il direttore generale Mauro Veritti e la reclusione a 4 anni e 3 mesi per il presidente del Cda Ermanno Collinassi e per il sindaco Daniele Delli Zotti.

Chiesti, inoltre, 8 mesi per il vicepresidente del Cda Leonardo Agostinis e i consiglieri Sonia Cacitti, Claudio Lo Muscio, e Francesco Zilli, 6 mesi per il consigliere Silvano Giorgis e 4 mesi per i consiglieri Silvio Moro e Vanessa Gressani. Tutti gli imputati sono accusati di bancarotta, mentre la truffa, per le ipotesi non andate in prescrizione, è contestata solo a Cortiula e Collinassi. 

Infine, il pm ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste per i consiglieri Carlo Alberto Mainardis e Gelindo De Campo in ordine all’operazione Cedi, all’acquisizione dei rami di azienda di Cassola e Torri di Quartesolo. Per le accuse legate a queste operazioni e all’acquisto del punto vendita di Precenicco e per l’accusa di raccolta abusiva del risparmio, reato prescritto, è stata chiesta l’assoluzione per tutti gli imputati. 

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