Città Fiera a rischio chiusura a causa del Santo Patrono: si tenta il tutto per tutto

Mercoledì si celebra in paese San Biagio. Come previsto da Dpcm, nei giorni festivi e prefestivi è prevista la chiusura delle attività
Giancarlo Virgilio

San Biagio di Sebaste ‘contro’ il Città fiera di Bardelli. Nuove grane per i commercianti e gli esercenti che lavorano all’interno del Città fiera di Martignacco. Il Santo protettore del paese, infatti, rischia di imporre la chiusura di bar, ristoranti e negozi già dalla data di domani, in quanto la festività religiosa verrà celebrata mercoledì 3 febbraio.

Il Dpcm in vigore prevede per le zone gialle la chiusura dei parchi commerciali sia nei giorni festivi che nei prefestivi, elemento che di fatto imporrebbe la chiusura di tutte le attività ad esclusione di farmacie, parafarmacie, alimentari, tabaccherie, edicole, librerie e vivai.

Molti negozianti, però, non ci stanno: invocano una deroga o – quanto meno – di capire se il Dpcm impone necessariamente la chiusura. Secondo loro non si possono paragonare festività nazionali- come il Natale o la Pasqua – a ricorrenze religiose di carattere locale; tanto più, spiegano, che il santo Patrono non è riconosciuto per legge come festività nazionale.

In molti stanno quindi chiedendo delucidazioni al sindaco Gianluca Casali e al patron Antoniomaria Bardelli, altri hanno invece attivato i propri consulenti del lavoro. Tra loro anche Simone Tutino che ci ha riferito di aver scritto una lettera a Fedriga chiedendo se possibile di valutare un’ordinanza straordinaria sulla falsariga di quelle emesse in Lombardia e in Emilia Romagna lo scorso aprile.

“Per i miei assistiti – spiega Tutino -, chiudere e riaprire significa affrontare nuovi disagi, altre che a altre pratiche, commercialisti da chiamare, e cassa integrazione da riattivare. Stiamo parlando di uno dei più grandi centro commerciali d’Italia. Al momento la direzione del centro commerciale non si è ancora espressa. Ma è giusto valutare qualche alternativa in considerazione anche del numero elevato di imprenditori e dipendenti interessati che si vedrebbero costretti a dover scontare un nuovo minilockdown”.

“Stiamo subendo una discriminazione che dal mese di novembre ci vede costretti alla chiusura dei nostri negozi nei weekend a differenza di altre realtà della distribuzione che possono invece aprire”, spiega Antonio Maria Bardelli. “Oltre che aver creato degli ingentissimi danni economici tale discriminazione non ha evitato gli assembramenti. Oggi ci troviamo di nuovo di fronte ad una nuova discriminazione che colpisce esclusivamente Città Fiera e che nessuno di noi capisce nelle motivazioni ma non è stata nemmeno compresa nessuno di quelli che abbiamo interpellato”.

“Il mio appello – prosegue il manager – è dovuto al fatto che nessuno è stato in grado di darci delle valide ragioni per la chiusura nelle giornate 2 e 3 febbraio in occasione del Santo Patrono di Martignacco: vi è il parere favorevole all’aperture del Comune di Martignacco che si è interfacciato con le Amministrazioni regionali competenti e le Direzioni dei comparti Salute, Protezione Civile e Attività Produttive, ma nessuno ci ha dato certezze di incorrere in sanzioni”.

“Questo appello non vuole essere un atteggiamento di sfida a nessuno ma, una richiesta di avere norme e interpretazioni eque e ad un maggiore rispetto  del lavoro dei nostri 250 negozi e relativi 1700 dipendenti, lo stesso rispetto che noi abbiamo avuto nei confronti  dei nostri colleghi e concorrenti. Mi auguro che il nostro appello venga accolto – conclude Bardelli -, ma sono le 19.00 del primo febbraio e non abbiamo nessuna notizia ….. non sarà facile organizzarsi”.

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