A incastrarlo sono state le impronte digitali trovate sul ticket del pedaggio autostradale, l’unica cosa che lo distingue dal fratello gemello. Proprio dai biglietti inseriti al casello di Palmanova sono partite le indagini dei carabinieri che hanno portato alla condanna di uno dei gemelli albanesi Trushi, Edmond, famosi in tutto il Nord Italia con il soprannome di ‘Gemelli Lupin’. Oggi il giudice Camille Del Torre lo ha riconosciuto colpevole di furto in abitazione e ricettazione, infliggendogli 8 anni e 10 mesi di reclusione, quasi quattro anni in più rispetto alle richieste del pm.
I gemelli Trushi, di 38 anni accusati di centinaia di furti in Nord Italia, avevano la fama di inafferrabili poiché è difficile condannarli. I due sono indistinguibili in tutto, dal taglio dei capelli al dna e, non agendo mai in coppia, non si può sapere con certezza quale dei due è l’autore del reato. A meno di non trovare, appunto, le loro impronte digitali.
Secondo l’accusa, nel giugno 2015 l’uomo compì in 12 giorni 25 furti in abitazione con la tecnica del foro nell’infisso tra Aquileia, Villa Vicentina, Santa Maria La Longa e Bertiolo rubando denaro e oggetti preziosi, oltre ad essere entrato in possesso di un’auto rubata utilizzata per raggiungere la provincia di Udine. Inoltre, durante una perquisizione nella casa di proprietà del fratello a Castiglione dello Stiviere in provincia di Mantova, furono trovati alcuni beni sottratti in Friuli.Il giudice lo ha riconosciuto colpevole di 11 furti e della ricettazione dell’auto. Il difensore, l’avvocato Fabio Porta del Foro di Verona, ha annunciato ricorso in appello.