La Polizia di Stato della Questura di Udine ha denunciato, negli ultimi mesi, persone italiane e straniere, responsabili della predisposizione di contratti fittizi di lavoro, finalizzati al rinnovo di soggiorno.
Sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Udine, per false attestazioni, due cittadini ghanesi, di 42 e 45 anni, che al loro primo ingresso clandestino in Italia, per farsi riconoscere un titolo quali asilanti, avevano dichiarato un’altra nazionalità, africana, dove erano in atto guerre civili, ovvero la Liberia e la Sierra Leone.
Sono stati poi denunciati sempre alla Procura della Repubblica di Udine, sempre per falso, due cittadini albanesi, entrambi di 35 anni, il primo in qualità di datore di lavoro e il secondo quale richiedente il rinnovo del titolo di soggiorno. In quella circostanza è stato appurato che il primo aveva contrattualizzato il secondo, dando falsamente conto della sua assunzione in un esercizio commerciale della provincia di Udine; di fatto, l’assunzione non si sarebbe mai potuta concretizzare stante la condizione di clandestinità del presunto lavoratore.
A seguito dell’istanza di rinnovo presentata alla Questura di Udine da parte di un cittadino kosovaro, sono emerse delle irregolarità da parte di una ditta edile, attiva in provincia di Treviso, gestita da un cittadino kosovaro.
Le prime evidenze, infatti, davano conto che il titolare dell’impresa aveva assunto 6 connazionali, non risultando essere stati mai versati i contributi previdenziali e assicurativi dovuti. A seguito della segnalazione alla questura, l’ufficio ispettivo dell’Inps di Treviso ha risposto il disconoscimento dei rapporti di lavoro apparentemente sottoscritti, contestualizzando una serie di violazioni, pari ad alcune decine di migliaia di euro.
Si è provveduto a segnalare alle Questure competenti i lavoratori interessati dagli accertamenti, al fine di verificare se abbiano utilizzato le contrattualizzazioni per rinnovare il soggiorno.
Sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Udine 7 persone, di cui 5 stranieri di nazionalità kosovara per avere, a vario titolo, predisposto contratti di lavoro fittizi, che venivano poi allegati alle istanze di rinnovo del soggiorno.
Le indagini hanno riguardato una donna kosovara di 29 anni, residente a Udine che all’atto del rinnovo del soggiorno e, successivamente, nell’istanza di ricongiungimento familiare dal marito coetaneo, aveva allegato a documentazione non genuina, quali contratti di lavoro e buste paga, afferenti tre distinte imprese edili, che si trovano a Milano e in provincia di Brescia.
Le stesse dinamiche sono state riscontrate per un altro lavoratore kosovaro di 26 anni che ha presentato documentazione falsa, all’atto del rinnovo del soggiorno in Questura a Udine, alle stesse società nel primo caso.
Dallo sviluppo dell’attività investigativa sono stati acquisiti elementi nei confronti degli amministratori delle società: due italiani di 52 e 62 anni e due cittadini kosovari di 31 e 41 anni che sono stati denunciati anche loro alla Procura