E’ attiva da oggi anche in Friuli Venezia Giulia, regione che ha ritirato la disponibilità a sperimentarla, l’app Immuni, applicazione per il tracciamento dei casi di contagio da coronavirus. Scaricabile già dal primo giugno su telefoni con sistema operativo iOS che Android e dopo una settimana di test in Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia, ora il sistema è attivo in tutta Italia. Nel momento in cui l’app viene scaricata su un dispositivo, viene chiesto all’utente di specificare la regione e la provincia di residenza. Immuni associa ad ogni telefono un codice casuale, che non contiene informazioni né sul dispositivo né sul suo proprietario.
Quando due utenti dell’app entrano in contatto, i telefonini si scambiano i rispettivi codici, tenendo traccia del contatto, ma senza riconoscimento dell’identità e del luogo dove è avvenuto l’incontro. Chi dovesse risultare positivo al Covid, può caricare su un server i codici casuali che il proprio dispositivo ha trasmesso nei giorni precedenti, in modo da renderli disponibili agli altri utenti. Ogni telefono verifica se ha incontrato in precedenza uno o più dei codici condivisi, determinando se si è stati esposti ad un potenziale contagio. In caso di riscontro positivo, Immuni avverte l’utente e gli dice come comportarsi. Il commissario per l’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, ha detto che l’app finora è stata scaricata da 2 milioni e 200mila italiani.
L’efficacia del sistema è legata alla sua diffusione: più utenti la utilizzano più sono i potenziali contagiati che l’app riesce ad avvertire. A fine maggio il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga aveva ritirato la disponibilità a sperimentare l’app nella nostra regione, perplesso per il passaggio da una gestione affidata ai Servizi sanitari a un’azione diretta dei cittadini: una soluzione poco avveduta – secondo il governatore – che rischia di ingenerare panico o, nel caso in cui il cittadino decidesse di non rivolgersi al medico curante, di vanificare l’efficacia dell’app.
