Covid, per Gimbe si intravede la terza ondata pandemica

Secondo la Fondazione contagi ancora troppo elevati e impatto dei vaccini molto lontano. In Friuli Venezia Giulia peggiorano 4 indicatori su 6
Alessandra Salvatori
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Numeri ancora troppo alti e impatto dei vaccini ancora molto lontano. La Fondazione Gimbe intravede la terza ondata della pandemia da Covid. Il monitoraggio effettuato nella settimana dal 29 dicembre al 5 gennaio segnala un incremento dei contagi del 27%, dopo 6 settimane consecutive di calo, a fronte peraltro di un’imponente riduzione dei tamponi. Salgono anche i decessi, mentre la pressione sugli ospedali è stabile, con aree mediche e terapie intensive al di sopra della soglia di criticità nella metà delle regioni.

Secondo la Fondazione Gimbe, inoltre, è da rivedere il sistema delle Regioni a colori: “a 5 settimane dal picco – commenta il presidente Nino Cartabellotta – ha prodotto effetti moderati e in parte sovrastimati. Non è più accettabile – prosegue – la non strategia basata sull’affannoso inseguimento del virus, con l’estenuante alternanza di restrizioni e allentamenti che, di fatto, mantiene i servizi sanitari in costante sovraccarico, danneggia l’economia del Paese, produce danni alla salute delle persone e aumenta inesorabilmente il numero dei morti. Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, l’ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe registra una performance in peggioramento per “casi attualmente positivi per 100.000 abitanti” (sono 971, contro la media italiana di 943) e “incremento percentuale dei casi” rispetto alla settimana precedente (8,1%, rispetto alla media nazionale del 5,5). Sono sopra la soglia di saturazione, pari al 40%, i posti letto in area medica (51%) e quelli in terapia intensiva (34% rispetto alla soglia del 30) occupati da pazienti Covid-19. Sul fronte dei vaccini, per Gimbe siamo ancora lontani dal tradurre questa straordinaria conquista della scienza in un concreto risultato di salute pubblica. “Con l’approvazione del vaccino Moderna – spiega Cartabellotta – l’Italia potrà contare su 22,8 milioni di dosi certe entro giugno. Senza il via libera dell’EMA ad altri vaccini o l’anticipo di consegne – conclude il presidente di Gimbe – potremo vaccinare circa il 5% della popolazione entro marzo e meno del 20% entro giugno.

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