Cpr di Gradisca, rinviata l’autopsia sul corpo del georgiano

Ci vorranno ancora 5 giorni di attesa per esaminare il cadavere del migrante
Redazione
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L’autopsia del georgiano detenuto al Cpr di Gradisca d’Isonzo (Gorizia) e deceduto sabato in ospedale “si terrà lunedì prossimo”. A riferirlo è l’Ansa riportando quanto riferito dall’ambasciatore di Georgia in Italia, Konstantine Surguladze.

L’esame autoptico, inizialmente previsto per oggi, è stato posticipato “per consentirne la trasparenza alla presenza di un consulente di parte, ha spiegato Surguladze. In queste ore, aggiunge il diplomatico, “sul posto si trova il nostro Console per incontrare il Procuratore di Gorizia che si occupa del caso”. Al momento, sottolinea, “non abbiamo alcun elemento” su come siano andate le cose. “Aspettiamo il risultato dell’autopsia”. Da parte italiana, aggiunge il diplomatico, “ci è stata garantita l’imparzialità e la velocità delle indagini”. Da parte del governo georgiano, ha fatto sapere Surguladze, “c’è grande attenzione su quanto accaduto”. A questo proposito, l’ambasciatore italiano a Tbilisi, ha concluso, ha avuto un incontro al mistero degli Esteri.

“Stima, gratitudine e fiducia nell’operato delle forze di polizia, del Questore e del Prefetto impegnati nel difficile compito di mantenere l’ordine nel Cpr di Gradisca. Questi sono gli unici sentimenti che giungono dall’Amministrazione regionale”. Ad affermarlo è l’assessore alle Politiche dell’immigrazione del Friuli Venezia Giulia, Pierpaolo Roberti riferendosi alla vicenda che ha coinvolto il Centro di permanenza per il rimpatrio di Gradisca d’Isonzo.

Chi oggi fa vergognose illazioni non merita menzione commenta Roberti –, piuttosto è utile ricordare lo sforzo di chi contiene una situazione difficile, ove decine e decine di persone, in gran parte già segnate da trascorsi con la giustizia, vivono con l’unico obiettivo di evadere per vivere in clandestinità e condurre una vita di espedienti”. Per l’assessore “il Cpr non è un luogo dove vanno a finire le famiglie scappate dalla guerra, bensì chi non ha titolo per rimanere sul territorio italiano o perché è stato accertato che non proviene da alcuno scenario di guerra o, più spesso, perché ha tenuto comportamenti illeciti che lo hanno estromesso dal sistema di accoglienza”. “Se ciò non bastasse – aggiunge Roberti -, è evidente che la pressione esterna esercitata da taluni con il palese intento di animare gli spiriti all’interno della struttura non può che rendere il tutto più complicato“. “Dispiace quindi – conclude Roberti – che una persona sia deceduta, come pare, a seguito di una rissa tra immigrati, ma non possiamo che dire grazie alle forze dell’ordine”. Roberti infine annuncia che nei prossimi giorni sarà in visita alla struttura di Gradisca “non, come fanno altri, per valutare la situazione degli ospiti, ma per accertarmi che i nostri ragazzi in divisa siano in condizione di svolgere al meglio il proprio lavoro”.

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