Da giovedì 16 dicembre i primi vaccini ai bimbi dai 5 agli 11 anni

Dal 14 dicembre si aprono le agende per le prenotazioni. La platea interessata conta 68 mila bambini
Redazione

“Le prenotazioni delle vaccinazioni per i bambini in età pediatrica tra i 5 e gli 11 anni potranno essere effettuate a partire dalle 14 di martedì 14 dicembre, mentre la prima inoculazione per quanti rientrano in questa fascia di età è prevista per la giornata di giovedì 16 dicembre ad alcuni pazienti del Burlo Garofolo di Trieste”. A dare notizia della partenza della campagna vaccinale anche per la fascia più giovane della popolazione residente in Friuli Venezia Giulia, come da indicazione dell’Agenzia italiana del farmaco, è il vicegovernatore con delega alla Salute Riccardo Riccardi.

“L’attività di inoculazione – spiega Riccardi – prenderà il via giovedì 16 dicembre e si protrarrà per tre giornate durante le quali, sotto il coordinamento dell’Irccs Burlo Garofolo, verranno sottoposti a vaccinazione circa mille bambini. I primi a ricevere il vaccino saranno i pazienti al momento ricoverati all’istituto materno infantile del capoluogo regionale; dopodichè nella giornata del 18 dicembre le inoculazioni verranno effettuate al centro vaccinale istituito al Molo IV di Trieste. L’attività proseguirà il 19 dicembre presso l’Ente Fiera di Udine mentre il 20 dicembre sarà la volta di Pordenone nella nuova sede della Cittadella della salute”.

“Dopo questa prima fase di avvio – prosegue Riccardi – l’attività procederà nelle giornate successive sul resto del territorio regionale nei centri predisposti a questo scopo dalle tre Aziende sanitarie. Dal 19 al 31 dicembre saranno disponibili complessivamente circa 3 mila posti, mentre nelle prime due settimane del mese di gennaio sarà possibile effettuare complessivamente 6 mila prenotazioni (tre mila ogni 7 giorni). L’offerta sarà comunque modulata sulla base dell’andamento delle prenotazioni, tenendo conto delle richieste registrate nelle prime giornate di apertura delle agende”.

“La platea potenzialmente vaccinabile nella fascia 5-11 anni in Friuli Venezia Giulia – spiega ancora Riccardi – è formata da circa 68 mila bambini. La gestione commissariale invierà in regione entro mercoledì 15 dicembre circa 30 mila dosi, mentre a gennaio dovrebbero arrivarne altre 6 mila. Per cui, al momento, la nostra programmazione prevede l’inoculazione del vaccino a circa 18 mila bambini, in modo tale che con le disponibilità stabilite possiamo garantire il ciclo di doppia vaccinazione”.

Le prenotazioni si potranno effettuare con gli stessi metodi utilizzati fino ad oggi anche per le altre fasce d’età. Ciò significa che ci si potrà rivolgere agli sportelli Cup delle Aziende sanitarie, alle farmacie abilitate, tramite il Call Center Regionale allo 0434/223522 (attivo da lunedì a venerdì dalle 7 alle 19 mentre il sabato dalle 8 alle 17) oppure utilizzando la webapp.

Le linee guida

L’Istituto superiore di sanità ha pubblicato le linee guida. Anche se in misura minore rispetto all’adulto, nell’età infantile l’infezione da Sars-CoV-2 può comportare dei rischi per la salute, tanto è vero che circa 6 bambini su 1.000 vengono ricoverati in ospedale e circa 1 su 7.000 in terapia intensiva, si legge. Inoltre, anche nei casi (e sono fortunatamente la grande maggioranza) nei quali l’infezione decorre in maniera quasi completamente asintomatica, non è possibile escludere la comparsa di complicazioni quali la sindrome infiammatoria multi-sistemica (una malattia rara ma grave che colpisce contemporaneamente molti organi), e quello che viene definito long Covid, e cioè la comparsa di effetti indesiderati a distanza di tempo.

QUALE VACCINO VIENE UTILIZZATO? Il vaccino pediatrico approvato dall’Ema, quello di Pfizer-Biontech, ha lo stesso principio attivo di quello per gli adulti (vaccino a mRna). Nel caso dei più piccoli però la dose è di circa un terzo rispetto agli altri. La vaccinazione avviene in due dosi a tre settimane di distanza l’una dall’altra.

PRIMA DELLA VACCINAZIONE... I consigli dell’Iss ai genitori: parlare con il bambino prima della vaccinazione per spiegargli bene cosa sta per fare. Non è raccomandato dare farmaci antidolorifici prima della vaccinazione per cercare di prevenire eventuali effetti collaterali. Riportare al medico vaccinatore eventuali episodi di allergie avuti dal bambino. Per prevenire traumi dovuti a un eventuale svenimento durante la vaccinazione il bambino deve stare seduto o sdraiato.

… DOPO LA VACCINAZIONE sarà chiesto, come per gli adulti, di attendere 15-30 minuti sotto osservazione prima di lasciare il centro vaccinale per monitorare l’eventuale comparsa di reazioni allergiche e, nel caso, poter intervenire tempestivamente. I principali effetti collaterali? Nel braccio dove è stata fatta l’iniezione potrebbero verificarsi dolore, rossore e gonfiore. Potrebbero inoltre manifestarsi sintomi quali stanchezza, mal di testa, dolori muscolari, brividi, febbre e nausea. Tali sintomi sono generalmente di lieve entità e si risolvono nel giro di 1-2 giorni.

FAKE NEWS. I bambini non si ammalano di Covid e se si ammalano non muoiono, manifestano sintomi lievi e hanno bassa capacità di trasmettere il virus. Inutile vaccinare.

Dall’inizio dell’epidemia nella fascia 6-11 anni ci sono stati oltre 263mila casi, 1453 ricoveri in reparti ordinari, 36 ricoveri in terapia Intensiva e 9 decessi (dati all’1/12/2021). Nelle ultime settimane il numero di contagi in questa fascia di età è nettamente in crescita.

Il vaccino si è mostrato efficace nel ridurre di circa il 91% il rischio di infezione. Nel beneficio di una vaccinazione si deve, inoltre, considerare non soltanto la protezione dalla malattia, ma anche la possibilità di frequentare con una maggiore sicurezza la scuola e condurre una vita sociale connotata da elementi ricreativi ed educativi che sono particolarmente importanti per lo sviluppo psichico e della personalità in questa fascia di età.

Il vaccino espone i bambini a rischi di effetti avversi che senza vaccino non avrebbero.

Come per tutti i farmaci e i vaccini anche quelli messi a punto contro il Covid presentano un rischio di effetti collaterali. La sicurezza dei vaccini anti Covid è monitorata continuamente dalle agenzie regolatorie di tutto il mondo, e anche per le fasce più giovani il rischio di eventi avversi gravi è risultato molto raro. Il rischio di eventi avversi deve essere confrontato con quello di incorrere nelle conseguenze dell’infezione, ed è su questa base che viene calcolato il rapporto rischi-benefici da parte delle agenzie regolatorie.

L’Ema, l’agenzia regolatoria europea sui medicinali ha concluso che il rapporto tra benefici e rischi è positivo anche per la fascia d’età 5-11 anni.

Il numero di bambini che hanno partecipato al programma di sviluppo clinico dei vaccini è troppo piccolo per rilevare potenziali rischi di miocardite associata a vaccinazione.

Nei soggetti giovani (adolescenti e giovani adulti) è stato riportato un rischio aumentato di miocardite e pericardite, che rimane però estremamente basso, intorno ai 50 casi per milione dopo due dosi. Nella maggior parte dei casi, inoltre, tali manifestazioni hanno avuto un decorso assolutamente benigno. In generale nei bambini più piccoli si osserva un minore rischio di sviluppare queste patologie, e non sono stati segnalati casi durante i test clinici. Le informazioni di sicurezza oggi disponibili riguardano non solo i 3000 bambini che hanno ricevuto il vaccino nell’ambito della sperimentazione clinica, ma comprendono anche i primi dati raccolti negli oltre 3 milioni di bambini di 5-11 anni già vaccinati negli Stati Uniti. La sicurezza del vaccino sarà comunque mantenuta sotto costante e stretto monitoraggio da parte di tutte le agenzie del mondo.

I vaccini agevolano processi infiammatori che provocano cambiamenti nel sangue dei più piccoli.

Non ci sono studi che hanno dimostrato una correlazione tra il vaccino e questo tipo di problemi.

I vaccini indeboliscono il sistema immunitario ancora non sviluppato dei bambini.

Il sistema immunitario dei bambini è ‘programmato’ per reagire a possibili pericoli già dalla nascita. Il vaccino anti Covid, così come gli altri, ‘insegna’ al sistema immunitario a riconoscere l’agente infettivo prima dell’effettiva esposizione, contribuendo così a rafforzarlo.

 

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