In queste ore dovrebbe essere rilasciata l’App Immuni, l’applicazione scelta dal Governo per tracciare i contatti e contenere nuovi possibili focolai di Coronavirus. L’App dovrebbe essere operativa dal 3 giugno e sarà testata in quattro Regioni, ovvero Liguria, Puglia, Abruzzo e Marche. Sembrava che del gruppo potesse far parte anche il Friuli Venezia Giulia, ma il governatore Massimiliano Fedriga il 28 maggio ha deciso di ritirare la disponibilità, criticando l’impostazione di Immuni, in particolare per il passaggio da una gestione affidata ai Servizi sanitari a un’azione diretta dei cittadini, a cui spetterà l’onere di chiamare il medico di base qualora ricevano un sms di allerta.
In attesa di capire se e come funzionerà l’applicazione, gli hacker, come spesso accade, sono stati più veloci e in queste ore stanno sfruttando proprio l’App Immuni come ‘cavallo di Troia’ per diffondere un virus informatico. Come comunica il Cert-Agid, la struttura del Governo che si occupa di sicurezza informatica, diversi utenti hanno ricevuto una mail da un dominio che richiama quello della Federazione dell’Ordine dei Farmacisti Italiani.
In allegato c’è il file malevolo – chiamato IMMUNI.exe – che, in caso di download, non scarica l’App ma un ransomware denominato “FuckUnicorn”, che provvede a cifrare i file presenti sul sistema Windows della vittima, prima di mostrare il classico file di testo con le istruzioni per il riscatto: il pagamento di 300 euro in bitcoin per liberare i file cifrati.
L’invito, quindi, è quello di non aprire la mail e i relativi allegati e di affidarsi alle piattaforme ufficiali per il download dell’App.