Deceduto il 41enne folgorato nel parco fotovoltaico di Codroipo

L'incidente era accaduto due giorni fa. A perdere la vita il tecnico Luca Toniolo, residente a Cittadella
Redazione

Troppo gravi le conseguenze riportate dalla scarica elettrica. Luca Toniolo, tecnico 41enne di Cittadella, non ce l’ha fatta. Si è spento a due giorni dall’incidente sul lavoro avvenuto mentre stava operando all’interno di una cabina elettrica di un parco fotovoltaico posto alla periferia di Codroipo.

Non ha potuto che destare tristezza e rabbia la notizia del decesso. “Per l’ennesima volta – dice Dario Verdicchio della Segreteria Confederale della Cgil di Padova -, ci troviamo a commentare quella che purtroppo, nel nostro Paese, è una triste e inaccettabile consuetudine, ossia la tragedia di una morte sul lavoro. Ricordiamo che, dall’inizio dell’anno, nella nostra provincia sono già 8 i lavoratori che non sono mai più ritornati a casa dai loro familiari e amici perché periti mentre stavano lavorando. E questo numero non considera i morti in itinere, cioè coloro che sono morti mentre andavano o tornavano nel luogo di lavoro. La verità è che contro questa piaga, nonostante il forte impegno dei sindacati confederali a tenere alta su di essa l’attenzione di Istituzioni e opinione pubblica, non si sta facendo nulla di veramente concreto e le morti non accennano a rallentare. Almeno non si parli di fatalità: la frequenza con cui avvengono gli incidenti sul lavoro rende totalmente inadeguata questa parola. Le ingenti risorse in arrivo dall’Europa devono corrispondere, insieme, ad un nuovo modello di sviluppo sostenibile per il Paese, alle migliori garanzie di tutela della salute e della stessa vita di chi lavora”

Ancora una volta – aggiungono Loris Scarpa della Fiom Cgil di Padova e Maurizio Marcon della Fiom Cgil di Udine – una moglie e dei figli non vedranno tornare a casa un marito e un padre e naturalmente il primo pensiero non può che andare a loro e alla tragedia che stanno vivendo. L’auspicio è che magistratura e Spisal facciano piena luce su quanto avvenuto e determinino con chiarezza che cosa non ha funzionato”

Ma accanto a questo – proseguono Scarpa e Marcon – non possiamo che amaramente rilevare che se in Italia si può morire facendo della normale manutenzione in un parco fotovoltaico, allora significa che il nostro sistema industriale e degli appalti deve essere completamente rivisto. Finchè questo non avverrà, la conta quotidiana delle vittime sul lavoro non accennerà a rallentare e purtroppo abbiamo poche ragioni per essere ottimisti. Pensiamo per esempio alle risorse messe a disposizione dal PNRR: quante di queste sono state indirizzate alla sicurezza dei lavoratori sia dentro che fuori I luoghi di lavoro? La risposta è semplice: zero”.

La salute e la sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro – concludono I sindacalisti – non può più essere lasciata solamente in mano alle imprese con i servizi di prevenzione assolutamente senza risorse per svolgere il loro ruolo. Pertanto istituzioni, Governo e Parlamento devono mettere come priorità l’intervento nel sistema industriale in quanto per esso passa lo sviluppo futuro e il benessere dei cittadini di questo Paese che, dobbiamo ricordarcelo, si chiama progresso”.      

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