Deposito irregolare in area industriale: sequestrati 2.500 metri cubi di rifiuti

A Monfalcone
Redazione

I Carabinieri del Noe di Udine hanno eseguito un controllo all’interno dello stabilimento della società Fincantieri di Monfalcone per accertare la corretta gestione dei rifiuti prodotti dall’azienda.

Nel corso dell’ispezione, all’interno di un cantiere che sorge in prossimità dello stabilimento, i militari dell’Arma hanno accertato alcune violazioni di natura penale connesse alle modalità e alle tempistiche di stoccaggio dei rifiuti da demolizione. 

Si tratta di materiale derivanto da lavori eseguiti sul posto. Sono state denunciate tre persone per “stoccaggio di rifiuti non autorizzato”, in concorso. 

L’area è stata sottoposta a sequestro probatorio, così come i rifiuti da demolizione che erano depositati all’interno dello stabilimento: secondo gli inquirenti sarebbero stati superati i limiti di tempo previsti dalla normativa di settore per il deposito temporaneo.

Il provvedimento ha interessato un’area di circa 500 metri quadrati all’interno dello stabilimento dove erano stati depositati rifiuti da demolizione per un volume di 2.500 metri cubi, per un valore di circa 100.000 euro.

La replica di Fincantieri: “Tutto regolare. Precluso il completamento dello smaltimento già avviato”

In una nota, Fincantieri puntualizza la situazione. “L’azienda sta realizzando, in presenza di puntuali determinazioni autorizzative rilasciate dalle amministrazioni competenti, la demolizione dell’ex scalo 304, oltre al consolidamento dell’esistente banchina E e la costruzione della nuova banchina F. Tali attività si affiancano e fanno seguito ad altri consistenti interventi impiantistici, in parte già realizzati, che hanno già comportato investimenti superiori a 50 milioni di euro posizionando il cantiere isontino ai più elevati livelli di sostenibilità ambientale ed efficienza in ambito europeo”. “La trasparenza nella gestione di tali interventi – prosegue l’azienda – è testimoniata non solo dal conseguimento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), intervenuta a fine 2017, ma anche dalle attività sviluppate successivamente in condivisione e contraddittorio con le competenti Autorità comunali e regionali. Nell’ambito dell’Aia, infatti, è prevista e disciplinata la sistematica, costante attività di monitoraggio e controllo da parte degli Enti territoriali a ciò deputati”. Fincantieri inoltre precisa che “l’attività che ha dato luogo alla contestazione è stata svolta da aziende terze specializzate e che gran parte del materiale oggetto del sequestro rientra in un preciso piano di riutilizzo finalizzato ad evitare inutili conferimenti in discarica”. Il sequestro, secondo l’azienda ha quindi “precluso il completamento delle attività di smaltimento già avviate”.

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