Un’anziana era stata derubata a Meduno nel 2006. I carabinieri individuano oggi la complice del ladro, tramite il Dna. I militari dell’Arma di Meduno, infatti, al termine di accertamenti scientifici, hanno denunciato in stato di libertà, per furto in abitazione, in concorso, una donna del ’66, S.H., residente a Vivaro, complice di G.K, classe 1981, di Trieste, di fatto senza fissa dimora, già denunciato dall’Arma di Meduno all’epoca dei fatti, quando, il 30 aprile 2006, a Travesio, si era introdotto all’interno della casa di un’anziana del ’21.
I due, circuendola, confondendola e raggirandola, si erano impossessati di oro e soldi per 2000 euro.
Una volta ottenuta la disponibilità ad entrare in casa, con la scusa di avere bisogno di un bicchiere d’acqua, mentre un malvivente (la donna), intratteneva la vittima anziana con discorsi, domande e dissertazioni varie, il complice sgattaiolava per la casa, (con la scusa di andare in bagno), rovistando in ogni dove, cercando denaro e preziosi.
Poi, all’improvviso, la frettolosa uscita di casa. I carabinieri di Meduno, che con una prima indagine, erano riusciti a individuare l’uomo della coppia di ladri. Poi, eseguendo con diligenza un repertamento sul bicchiere dove la donna (la complice) aveva bevuto, hanno potuto inviare l’oggetto al RaCiS dei carabinieri che, dopo analisi e confronto con la Banca Dati, ha potuto dare un responso.
Il referto tecnico del Reparto Scientifico dei carabinieri, ricevuto dai militari di Meduno, ha consentito di concludere definitivamente l’indagine, risalendo all’indubbia identità della donna, denunciandola per furto aggravato, in concorso.