“Criticità in sanità, ambiente e accesso ai documenti della PA”

Il difensore civico ha illustrato le principali criticità riguardanti i servizi al cittadino che la Regione Friuli Venezia Giulia dovrà affrontare nei prossimi mesi
Hubert Londero
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Tempi di attesa nella Sanità, compatibilità tra ambiente e nuove iniziative imprenditoriali, accesso ai documenti della pubblica amministrazione. Sono queste le principali criticità riguardanti i servizi al cittadino che la Regione Friuli Venezia Giulia dovrà affrontare nei prossimi mesi. A dirlo è il difensore civico regionale, Arrigo De Pauli, che ha illustrato la relazione annuale 2022 al presidente del Consiglio regionale Mauro Bordin.

“Lo scorso anno – spiega De Pauli – buona parte delle segnalazioni dei cittadini hanno riguardato le liste d’attesa per visite specialistiche ed esami diagnostici. In particolare, ci sono stati sottoposti numerosi casi di sforamento dei tempi, pur regolati da norme volute dalla stessa Regione che non sempre sono rispettate”.

Sotto la lente anche il meccanismo previsto dalla normativa regionale per cui il cittadino può fare ricorso alla sanità privata ed essere rimborsato, detratto il ticket sanitario. “Non si capisce ancora – commenta il difensore civico – se tale meccanismo sia stato effettivamente attivato”.

Resta poi il problema dei tempi d’attesa ai pronto soccorso, che però dipende non da cattiva volontà, ma dal deficit di medici. La fuga di personale, nel recente passato, ha riguardato centinaia di professionisti.

Un altro nodo è quello della compatibilità tra difesa dell’ambiente e iniziative imprenditoriali che possono portare sul territorio nuovi posti di lavoro. “Nello specifico – continua De Pauli – c’è la questione non ancora definita della nuova acciaieria di San Giorgio di Nogaro, che si teme abbia un impatto negativo sull’ambiente”.I cittadini, infine, trovano molte difficoltà ad accedere ai documenti in possesso della pubblica amministrazione non coperti da privacy anche senza avere interessi personali. “Diverse persone si sono rivolte a me – prosegue il difensore civico – perché le amministrazioni locali negano l’accesso a tali documenti, anche se sarebbero tenute a esibirli, in base al decreto del 2013 sul controllo diffuso sull’operato dell’amministrazione. Va detto – conclude – che spesso ciò è dovuto alla carenza di personale”.

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