Dopo 20 anni la verità sulle quote latte: avevano ragione gli allevatori

L’ordinanza di archiviazione del Tribunale di Roma depositato questa mattina fa chiarezza sulla lunghissima vicenda delle multe per sforamento
Rossano Cattivello
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Registrate in produzione milioni di vacche con più di 80 anni e quelle che non avevano mai partorito. Questo è solo una degli elementi che dimostrano, dopo tantissimi anni, che gli sforamenti delle quote latte che aveva generato le multe per migliaia di allevatori erano frutto di falsità, incapacità, superficialità e connivenze degli uffici di controllo degli assessorati delle diverse Regioni italiane. Queste sono le parole contenute nelle conclusioni dell’ordinanza del Gip Tribunale di Roma che ha archiviato un’inchiesta avviata nel 2009 ma che ricostruisce l’annosa vicenda e indica puntualmente le responsabilità, pur senza giungere all’identificazione dei nomi.

“Una prima archiviazione – spiega l’avvocato Cesare Tapparo legale di centinaia di allevatori, tra cui molti friulani – aveva ammesso l’esistenza degli errori di calcolo della produzione, giudicandoli però limitati e marginali. Aveva indicato anche dei reati, ma senza possibilità di individuare i colpevoli. Questa nuova ordinanza fa un passo avanti. Infatti, le nuove indagini hanno analizzato anche la catena di controllo e di comando. Nelle conclusioni dell’ordinanza per la prima volta si parla di falsità consistenti e rilevanti”. Nel frattempo però centinaia di allevamenti colpiti dalle multe hanno chiuso i battenti.

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