Dopo le inchieste giudiziarie cambia il disciplinare del prosciutto di San Daniele

La decisione del Consorzio dopo le inchieste giudiziarie sulla filiera. Le regole saranno più semplici e chiare, tracciabilità dei suini e meno sale nel prodotto finale Dopo 25 anni il d...
Rossano Cattivello

Dopo 25 anni cambia il disciplinare del prosciutto di San Daniele. Sono infatti in corso di approvazione da parte delle autorità nazionali e, poi, europee le nuove regole di produzione del prodotto bandiera friulano. Ogni anno le 31 aziende autorizzate stagionano 2,7 milioni di cosce per un giro d’affari di 300 milioni. Il 17% viene venduto all’estero.

La filiera coinvolge anche 4.000 allevatori e 100 macelli delle regioni del Nord Italia.

“La novità più evidente è la semplificazione del disciplinare – spiega il direttore del Consorzio Mario Cicchetti – infatti da 80 pagine passa ad appena 10 che contengono solo 9 articoli. Entrando nelle regole della produzione sono due le maggiori innovazioni. La prima riguarda la tipologia di razze suine ammesse, l’introduzione della banca dati del Dna e il peso macellato, con un aumento del limite massimo. La seconda importante novità va incontro alle richieste del mercato di un minor utilizzo di sale. In questa maniera, dopo 25 anni, riusciremo ancora meglio a valorizzare la qualità del prosciutto di San Daniele e a rendere più semplice la produzione”.

Il Consorzio ha preso la decisione di mettere mano al disciplinare dopo le vicende giudiziarie presso le procure di Parma e di Pordenone che hanno interessato la filiera.

L’iter, dopo l’approvazione dell’assemblea del Consorzio stesso e della Regione, a breve giungerà al Ministero. Il passaggio successivo e finale sarà a Bruxelles, prevedibilmente a settembre. Il Consorzio prevede di adottare il nuovo disciplinare a inizio 2020.

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