Dopo la doppia dose anti Covid si contagia solo un vaccinato su mille

35 persone vaccinate sono state ricoverate, ma nessuno è finito in terapia intensiva. Riccardi: "I dati dimostrano che vaccinarsi protegge"
Redazione

I nuovi positivi dopo il ciclo vaccinale concluso da 14 giorni sono lo 0,1 per cento: di questa quota solo una percentuale minimale (35 persone in Fvg) è stato ricoverato e nessun caso ha richiesto l’accesso alla terapia intensiva“. Il dato è stato reso noto dal vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi in occasione del suo intervento alla tavola rotonda “Le Regioni a confronto sull’emergenza pandemica. Stato dell’arte nella pandemia: rapporti tra organi dello Stato e Regioni e Province autonome” organizzata a conclusione del 53° Congresso straordinario della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti) a cui hanno preso parte il Capo del Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio, il presidente della Provincia autonoma di Trento e delegato della Conferenza delle Regioni nella Commissione speciale di Protezione civile Maurizio Fugatti, l’assessore regionale alla Salute della Puglia Pier Luigi Lopalco e, in rappresentanza del presidente della Regione Toscana, Manuele Braghero dell’Ufficio di Gabinetto.

“Dobbiamo continuare con la campagna vaccinale e far comprendere a chi non si è ancora deciso che questa è la strada maestra per uscire dall’emergenza riprendendoci la nostra vita” ha ribadito Riccardi.

Nel corso del dibattito on line il vicepresidente Riccardi ha tracciato un bilancio positivo dei rapporti tra Stato e Regioni nel corso della pandemia. “Non credo ci possa essere distinzione tra la gestione delle Regioni ordinarie e quella delle speciali. Nei confronti dello Stato le Regioni hanno avuto opinioni e posizioni spesso diverse ma sia sotto la presidenza Bonaccini sia nella continuità del mandato del presidente Fedriga c’è stato sempre un rapporto di lealtà. Se oggi siamo in grado di presentare questi risultati è anche merito della collaborazione con lo Stato e le altre Regioni”.

Nell’accentramento delle deleghe della Salute e della Protezione civile sotto un unico assessore – nel caso del Friuli Venezia Giulia gestite dal vicepresidente della Regione – Riccardi ha indicato un punto di forza. “Unire la risposta sanitaria all’attività di assistenza sul territorio è stato possibile – ha spiegato Riccardi – grazie alla straordinaria collaborazione tra il servizio sanitario e il sistema di volontariato della Protezione civile che in Friuli Venezia Giulia è molto radicato in seguito all’esperienza del terremoto. La gestione della pandemia è stata quindi un’esperienza importante in cui queste due grandi organizzazioni hanno lavorato in modo complementare nella complessità e nella diversità della condizione della distribuzione del contagio. Nella prima fase il sistema di protezione civile è stato determinante per invitare la popolazione a rispettare il lockdown e siamo riusciti a contenere l’emergenza”.

Sulla richiesta di cambio degli indicatori per valutare lo stato di rischio, Riccardi ha sottolineato che “oggi il quadro è profondamente cambiato e resta importante proteggere il sistema ospedaliero, anche perché non c’è solo il Covid da fronteggiare. Quindi, seppure da non trascurare, gli altri indicatori rispetto alla pressione ospedaliera sono da considerare in secondo piano”.

Sollecitato dal moderatore sul completamento della riforma sanitaria, interrotta dall’emergenza pandemica, Riccardi ha affermato che “la politica deve avere il coraggio di cogliere l’occasione di questa pandemia epocale per fare qualche contabilità elettorale in meno e mettere in primo piano la responsabilità di scelte che forse a breve e medio termine non pagano ma che in prospettiva lunga diventano un modello efficiente”. 

Rispondendo infine all’appello dal presidente della Siti Antonio Ferro, a nome degli operatori di sanità pubblica, sulla necessità di ripotenziare i Dipartimenti di prevenzione deprivati negli anni di personale e competenze a favore del territorio, Riccardi si è detto convinto che sia necessario “un rafforzamento: occorre rimetterli in testa al sistema dotandoli di un adeguato modello organizzativo e con forti competenze nella gestione dei flussi informativi, due aspetti in cui scontiamo alcuni ritardi. Il Friuli Venezia Giulia considera il potenziamento dei Dipartimenti di prevenzione e la loro organizzazione una delle priorità in ordine alla revisione del modello del sistema sanitario”.

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