«Il vento è cambiato. Ci aspettiamo un governo europeista, non populista»

«La possibile entrata in scena di Mario Draghi è una buona notizia per le imprese messe all’angolo dalla crisi economica e dall’emergenza sanitaria. Un periodo di così ...
Redazione

“Il vento è cambiato. Ce lo ha dimostrato il ruolo assunto dall’Europa negli ultimi mesi, lo ha confermato, nella sua evoluzione, la Brexit, ce lo ha mostrato anche il voto negli Stati Uniti. Adesso anche l’Italia ha la possibilità di dimostrarlo. Ora ci aspettiamo un governo europeista, non populista, capace di apportare competenza ed esperienza, con una visione d’insieme, conoscendone però i dettagli e curandosi anche dell’execution dei provvedimenti. Ci aspettiamo che il governo guidato da Mario Draghi sia messo nelle condizioni di operare e di lavorare concentrandosi esclusivamente sull’interesse del nostro Paese. Per fortuna, il semestre bianco comincerà a luglio e questo dovrebbe mettere in sicurezza il nuovo esecutivo per un anno circa. Tempistica non sufficiente a ricostruire l’Italia, ma indispensabile per dimostrare all’opinione pubblica e ai cittadini cosa significa qualità della classe dirigente e per sperare che l’Italia e gli italiani non possano più farne a meno in futuro. Il nostro presidente Mattarella ha nuovamente dimostrato cosa significa responsabilità istituzionale e leadership, assumendosi ogni responsabilità relativa al suo ruolo”. Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine.

«La possibile entrata in scena di Mario Draghi è una buona notizia per le imprese messe all’angolo dalla crisi economica e dall’emergenza sanitaria. Un periodo di così grande difficoltà richiede persone straordinarie, di capacità provata, con un grande senso dello Stato. Non c’è dubbio che Draghi, con il suo curriculum, incarni perfettamente queste caratteristiche e il capo dello Stato, che ha gestito nel rispetto delle regole costituzionali queste settimane di crisi, ha visto in lui la soluzione più alta per restituire credibilità al nostro Paese, per consentirgli di presentarsi in Europa con un Recovery plan accompagnato dalle necessarie e urgenti riforme. Un presidente, Sergio Mattarella, che ha dimostrato grande saggezza e ha saputo reggere il ruolo di guida e faro in questo delicatissimo passaggio. Pollice verso, invece, per quella politica che non si rende conto delle difficoltà del Paese. L’auspicio è che il ritorno alla competenza ci faccia dimenticare tanti momenti e tante scelte da bar dello sport». Lo dichiara il presidente di Confcommercio Fvg Giovanni Da Pozzo.
«Proprio nei giorni scorsi – prosegue Da Pozzo –, quando non si intravedevano vie d’uscita a una crisi che rischiava di essere del tutto insensata, avevo sperato nel coinvolgimento delle migliori risorse per uno sforzo comune, ma di livello alto, per superare una congiuntura drammatica e accompagnare l’Italia, attraverso un solido piano vaccinale, oltre la pandemia. Uno sforzo che deve però guardare anche ai non pochi anni che serviranno per ritornare a un’economia e a una società pre-Covid. Con Draghi, se l’ex presidente della Bce accetterà, e con una squadra di governo di alto profilo, l’obiettivo di un progetto comune, che vada ben oltre gli interessi personali, può essere finalmente centrato».

Al coro di consensi si unisce anche la voce di Graziano Tilatti, presidente di Confartigianato Udine“Bene ha fatto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a chiamare Mario Draghi. Di fronte all’incapacità della politica di dare risposte al Paese in un momento delicato come questo, affidare il governo dell’Italia a una persona capace come l’ex presidente della Bce è la scelta giusta. Il 31 marzo scadono gli ammortizzatori sociali, vanno prorogate le moratorie fiscali e dei mutui, ci vogliono importanti misure a sostegno e aiuto delle imprese. Questo ci aspettiamo dalla primissima agenda politica de nuovo governo. Perché le imprese, la gran parte delle quali soffrono ormai da un anno, sono il veicolo che crea ricchezza e con questa alimenta azioni di sviluppo e solidarietà. Senza imprese e senza lavoro non possiamo uscire dal pantano in cui si trova oggi il Paese e dare dignità alle persone”.

«È necessario fare presto e non si può perdere tempo. L’Italia sta affrontando una crisi economica ed occupazionale senza precedenti ed è strategico che non vada sprecato neppure un centesimo delle risorse che possono arrivare dall’Europa con il Recovery Plan». Lo afferma Giovanni Benedetti, delegato Coldiretti del Friuli Venezia Giulia nel ricordare che l’agroalimentare può offrire un milione di posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni. «Digitalizzazione delle campagne, foreste urbane per mitigare l’inquinamento e smog in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici e interventi specifici nei settori deficitari e in difficoltà dai cereali all’allevamento fino all’olio di oliva sono alcuni dei progetti strategici cantierabili elaborati dalla Coldiretti per la crescita sostenibile del Paese», prosegue Benedetti nel sottolineare che «l’Italia deve ripartire dai suoi punti di forza». Basti pensare che in controtendenza rispetto all’andamento generale nel 2020 si registra uno storico balzo del 14% del numero di giovani under 35 imprenditori in agricoltura, rispetto a cinque anni fa, «ma l’esperienza dell’emergenza coronavirus ha anche dimostrato che con una adeguata formazione e semplificazione l’agricoltura nazionale può offrire molte opportunità di lavoro. L’allarme globale provocato dal Covid – conclude Benedetti – ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo, ma anche sulle fragilità presenti in Italia sulle quali occorre intervenire».

“Avevamo invocato la saggezza del presidente Mattarella rispetto alla necessità, in questo momento così delicato, di dare stabilità al Paese”, commenta Alberto Monticco, segretario Generale Cisl FVG . Speriamo che la nostra fiducia sia ben riposta con Mario Draghi, sicuramente figura di alto profilo. Confidiamo che nell’agenda di Draghi ci sia la risoluzione di tutti quei problemi che affliggono il nostro Paese, da ben prima del Covid. Abbiamo bisogno di interventi decisi strutturali per far uscire l’Italia dalle secche. Penso all’emorragia dei posti di lavoro e ai dati drammatici che riguardano, in particolare, l’occupazione femminile e che impongono una riforma vera del lavoro e politiche attive concrete; alla necessità ormai atavica di una riforma del fisco; alla digitalizzazione del Paese, solo per fare alcuni esempi ed al netto delle misure sanitarie richieste dalla pandemia in atto. Auspico che Draghi prenda in mano celermente tutto questo e si confronti con le forze sociali anche sul Recovery Plan, per lavorare assieme sui percorsi necessari a rendere davvero concrete le riforme di cui abbiamo bisogno”.
Marco Zoratti, vicepresidente Confesercenti Fvg: «L’arrivo dell’ex numero uno della Bce potrebbe sembrare un commissariamento, ma non è così. Il Parlamento non è stato in grado di gestire politicamente la crisi e l’unica alternativa sarebbe il voto, una scelta, però, con eccessivi margini di imprevedibilità. Il contrario di ciò che serve al Paese ora. I fondi in arrivo dall’Europa devono essere gestiti con attenzione e una visione strategica del futuro. Rappresentano un’importante opportunità per l’Italia. Un’occasione che non è possibile lasciarsi sfuggire. L’autorevolezza e le capacità di Mario Draghi le abbiamo potute testare durante la sua permanenza in Ue, quando ha saputo gestire sfide importanti, con i risultati che tutti conosciamo. E proprio i suoi trascorsi fra i vertici dell’Unione sono un plus da non sottovalutare, certamente saprà instaurare un dialogo collaborativo. L’auspicio è che riesca a fare altrettanto anche con i corpi intermedi, come le associazioni di categoria e i sindacati, mettendo in campo, per il bene del Paese, tutto il pragmatismo che da sempre lo contraddistingue».

«L’incarico di Mattarella è andato senza dubbio su un nome di alto profilo, che può e deve essere la premessa per la formazione di una coalizione e di un Governo stabile, capace di affrontare con forza e autorevolezza le sfide imponenti che ha di fronte il Paese: proseguire su una gestione rigorosa dell’emergenza sanitaria e porre le premesse per un rilancio rapido e duraturo dell’economia e dell’occupazione, sulla base di un Recovery plan fondato su assi strategici chiari e condivisi. Un esecutivo che, pur guidato da un premier come Draghi, non si configuri come tecnico, visti anche gli esiti dell’ultima esperienza in tal senso, quella del Governo Monti, ma che sia espressione di un’intesa politica più larga e solida rispetto a quella del Governo uscente». Il segretario generale della Cgil Friuli Venezia Giulia Villiam Pezzetta commenta così l’avvio delle consultazioni da parte del Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi, «una figura – dichiara ancora Pezzetta – che ha lo spessore e il carisma per trovare la sintesi di un quadro politico quanto mai difficile e lacerato, ricomponendo le fratture esistenti sulla base di un’agenda che individui subito le priorità programmatiche e continui a trovare nel dialogo con l’Europa la chiave per affrontare e superare l’emergenza». Tutto questo, conclude il numero uno della Cgil regionale, «nella consapevolezza che l’avvicinarsi di una scadenza drammatica come la fine del blocco dei licenziamenti fa della questione lavoro la priorità assoluta nell’agenda del futuro Governo e che un esito negativo di queste consultazioni rischierebbe di mettere il Paese in un tunnel senza uscita».

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