Sempre più comuni, anche in provincia di Gorizia, ormai iniziano a regolamentare quella che, in altre zone d’Europa, è prassi già diffusa. Ovvero la dispersione delle ceneri dei propri cari dopo la cremazione. Una pratica, sia quella della dispersione che della domiciliazione, ovvero del mantenimento delle urne cinerarie in casa, che sta sempre più prendendo piede. A Monfalcone, ad esempio, nello scorso anno 44 su 670 sono state le persone cremate e poi rimaste nella loro abitazione, nei sette mesi del 2019 invece, su 350 solo 17.
Se si parla di dispersione 17 nel 2018 e 14 nei primi mesi di quest’anno. Tra i luoghi prescelti vanno ricordati il mare, il Carso ma anche alcuni luoghi della laguna di Grado e posti più nascosti quale il canale di Isola Morosini. Va ricordato che le ceneri si possono disperdere sia in cimitero, nei luoghi appositi, sia in natura a circa 400 metri dai centri abitati mentre in fiumi e laghi non vicino agli stabilimenti balneari per circa 200 metri, in aree private e all’aperto, e in luoghi non frequentati da bagnanti. Per quanto riguarda la città dei Cantieri, nello specifico, il Carso ha decisamente una regolamentazione meno rigida rispetto al mare, scelto ultimamente anche da personaggi importanti del territorio come luogo per la dispersione delle ceneri. Chissà cosa riserverà il futuro, anche per i vicini camposanti.