E’ tornato ad Azzano Decimo Veapi, accusato di reclutare combattenti per l’Isis

E' stato scarcerato, con obbligo di dimora e firma, il macedone accusato di reclutare soldati per lo Stato islamico
Redazione
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Tornerà a Tiezzo di Azzano Decimo, dove viveva, Ajhan Veapi, il 41 anni macedone, già consigliere del Centro culturale islamico di Pordenone, accusato di reclutare combattenti per lo Stato Islamico. L’uomo, in carcere in Sardegna, era stato condannato in primo grado a 4 anni e 8 mesi per arruolamento con finalità di terrorismo internazionale, sentenza confermata lo scorso anno dalla Corte d’appello di Venezia. La Cassazione, però, a maggio aveva ribaltato il verdetto, invocando la ripetizione del processo di secondo grado.

Ora il legale difensore di Veapi, l’avvocato di Treviso Stefano Pietrobon, è riuscito a ottenere dal Tribunale di Venezia il suo rilascio: la custodia cautelare in carcere è stata sostituita con quella dell’obbligo di dimora e firma in attesa del nuovo processo, che inizierà il 10 settembre, sempre presso la corte d’assise d’appello di Venezia.

Veapi era stato arrestato nel 2016 dai carabinieri del Ros a Mestre. L’accusa della Procura di Venezia era quella di aver contribuito al reclutamento di due combattenti per l’Isis, sull’asse Friuli-Veneto, in particolare interfacciandosi con Bilal Bosnic, imam arrestato in Bosnia nel 2014 e ritenuto uno dei maggiori reclutatori di combattenti per conto di Al Baghdadi, il capo dello Stato Islamico.

La procura aveva emesso il decreto di fermo perché Veapi, che risiedeva a Tiezzo dal 2003, stava per spostarsi all’estero, con tappe prima in Serbia e poi in Germania. L’uomo ha due figli, il più piccolo dei quali avuto dalla seconda moglie, di origini macedoni.

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