Effetto Covid, in regione è fermo il vino di una intera vendemmia

Circa 200 milioni di litri di vino in più rispetto allo scorso anno (da 54 a 56 milioni di ettolitri) giacciono invenduti nelle cantine italiane per effetto della chiusura di ristoranti, bar ed...
Isabella Gregoratto
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Circa 200 milioni di litri di vino in più rispetto allo scorso anno (da 54 a 56 milioni di ettolitri) giacciono invenduti nelle cantine italiane per effetto della chiusura di ristoranti, bar ed enoteche in Italia e all’estero che ha fatto crollare i consumi fuori casa con gravi difficoltà per il settore vitivinicolo italiano, in particolar modo quello legato ai vini a denominazioni di origine e indicazione geografica, a maggior valore aggiunto. È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che le difficoltà della ristorazione si trasferiscono a valanga sull’intera filiera dove sono impegnati in Italia 250mila produttori di uve. A contribuire a questo dato, secondo l’ultimo aggiornamento reso disponibile dal ministero delle Politiche agricole, informa la Coldiretti del Friuli Venezia Giulia con il responsabile del settore vitivinicolo Marco Malison, è anche la nostra regione. Le giacenze sul territorio ammontano, a fine marzo 2021, a 2.079.886 ettolitri, circa l’equivalente di una vendemmia, con un incremento di quasi 4 milioni di litri sullo stesso periodo del 2020.

«Le giacenze di vino nella nostra regione sono di poco superiori a quelle del 2020 – commenta Malison –. Tuttavia, siamo ugualmente molto preoccupati. Primo perché le eccedenze italiane deprimono anche il mercato dei vini locali. Secondo perché il dato regionale è frutto di una forte adesione a misure di riduzione volontaria della produzione messe in atto dai viticoltori la scorsa vendemmia. Peccato però che gli aiuti economici collegati a questo impegno, che dovevano arrivare entro la fine di dicembre, ad oggi devono ancora essere liquidati. E questo aumenta la crisi di liquidità delle imprese già duramente provate dal lock-down e sta facendo infuriare i produttori».

Si tratta di produzioni di alta qualità in un Paese come l’Italia che è leader mondiale davanti alla Francia con la produzione tricolore è destinata per circa il 70% a vini Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 % per i vini da tavola.

In gioco – conclude Coldiretti – c’è il futuro del primo settore dell’export agroalimentare made in Italy che sviluppa un fatturato da 11 miliardi di euro e genera opportunità di lavoro per 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in campi, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse e di servizio e nell’indotto.

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