Dopo oltre tre anni e tre archiviazioni, si riapre una speranza di giustizia per le famiglie delle 13 studentesse che, il 20 marzo 2016, persero la vita nella strage del bus erasmus a Freginals, in Catalogna. Tra loro sette ragazze italiane, compresa la friulana Elisa Valent. Il colpo di scena è arrivato ieri: la Corte d’Appello di Tarragona, infatti, ha accolto l’ultimo ricorso dei parenti delle vittime e ha deciso che si celebrerà un processo per stabilire le responsabilità della tragedia.
L’imputato, accusato di omicidio colposo, è l’autista del pullman, un 62enne che stava effettuando la tratta da Valencia a Barcellona.
In un primo momento, ai soccorritori, aveva confessato di essersi addormentato, ma poi aveva ritrattato. Il conducente era risultato negativo ai test sull’alcol e le droghe, non stava usando il telefono e aveva regolarmente svolto la sosta. Per questo, finora, i giudici spagnoli avevano stabilito che non ci fossero elementi sufficienti per processarlo.
Ora, invece, la svolta, complici anche gli elementi raccolti grazie alla scatola nera, che avrebbe evidenziato vari cambi di velocità. Tutto da chiarire, infine, lo stato di manutenzione del veicolo: il perito della Procura di Amposta, infatti, aveva concluso che era impossibile stabilire se i freni funzionassero o no. I genitori, adesso, sperano che si possa finalmente fare luce su quanto