Epidemia colposa, tra gli indagati anche l’udinese Brusaferro

Diciannove gli indagati della procura di Bergamo per i reati di epidemia colposa aggravata
Marco Pasquariello

L’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente regionale della Lombardia Attilio Fontana, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli e il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, l’udinese Silvio Brusaferro. Sono solo alcuni dei diciannove indagati della procura di Bergamo per i reati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti d’ufficio, in una inchiesta iniziata nell’aprile del 2020 riguardante la gestione dei primi casi di Covid nella provincia di Bergamo.

Due i filoni su cui la procura ha insistito: la chiusura e riapertura dell’ospedale di Alzano dopo la scoperta del primo caso nella Bergamasca e la mancata concessione della zona rossa ad inizio marzo, quando la pandemia aveva spaventato il paese e tutto il mondo.

A spingere gli inquirenti in questa direzione una consulenza del microbiologo Andrea Crisanti, secondo cui con un tempestivo lockdown nei paesi di Nembro e Alzano si sarebbero potute salvare migliaia di vite umane. Lockdown che non ci fu, e che portò la provincia di Bergamo a far registrare il più alto numero di morti in Italia nella prima ondata, tanto da essere costretta, con convogli militari, a portare le salme dei morti nelle altre regioni, Friuli Venezia Giulia compreso.

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