Esplosione di Pasqua, in carcere l’inquilino di Luca Lardieri

Tutto sarebbe avvenuto al culmine di una lite scaturita all’interno dell’appartamento della vittima; un cittadino di origini dominicane, T.M. L.A. cl. 94, con precedenti di polizia per les...
Redazione

Tutto sarebbe avvenuto al culmine di una lite scaturita all’interno dell’appartamento della vittima; un cittadino di origini dominicane, T.M. L.A. cl. 94, con precedenti di polizia per lesioni personali, resistenza a Pubblico Ufficiale ed in materia di stupefacenti – secondo quanto emerso dalle indagini della Procura della Repubblica di Trieste – ha colpito con un fendente al collo Luca LARDIERI, provocandone la morte per dissanguamento.

Le articolate investigazioni – coordinate dal P.M. titolare del fascicolo processuale dr. Massimo DE BORTOLI e svolte dagli agenti della Squadra Mobile giuliana – hanno così consentito di fare luce sul grave fatto di sangue scoperto nella tarda mattina di Pasqua, individuando nel ventisettenne di origini dominicane l’autore dell’efferato delitto.

Erano, infatti, le 12.30 circa del 4 aprile scorso, quando era stata segnalata da alcuni condòmini dello stabile di via del Ponzanino n. 3 un’esplosione con incendio all’interno dell’appartamento dell’ultimo piano.

Sul posto, all’arrivo degli Agenti della Volante era già presente personale dei Vigili del Fuoco che, dopo aver evacuato lo stabile intero, accedeva all’interno dell’unità abitativa, verificando che le fiamme stavano interessando diverse stanze. Domato l’incendio, era stato rinvenuto sul letto, coperto da un piumone, il corpo esamine di Luca LARDIERI.

Immediatamente allertati, intervenivano il P.M. di turno, unitamente agli uomini della Squadra Mobile, nonché gli agenti del Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica ed il medico legale.

Tra i vari ambienti della casa, da subito dimostratisi completamente devastati dalle fiamme, è iniziata la ricerca di ogni indizio, seppur minimo, che potesse apportare alle indagini elementi utili a comprendere cosa fosse accaduto. È così, che tra i detriti combusti è stata rilevata, in più punti della casa, la presenza di sostanza ematica tale da indurre a ritenere probabile l’ipotesi omicidiaria seguita dal tentativo di occultare, mediante l’incendio, eventuali tracce lasciate dall’autore del delitto.

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