Fatture false nel commercio di prodotti petroliferi, sequestri per oltre 59 milioni di euro

Le Fiamme gialle di Trieste e Napoli hanno eseguito un sequestro preventivo per oltre 59 milioni di euro nei confronti di cinque soggetti attivi nella Petrolifera Italiana Srl
Redazione

Le Fiamme Gialle di Trieste e Napoli, coordinate dalla Procura della Repubblica partenopea, hanno dato esecuzione a un sequestro preventivo finalizzato alla confisca “per equivalente” di beni del valore di oltre 59 milioni di euro nei confronti di cinque soggetti ritenuti responsabili di una frode fiscale nel settore della commercializzazione di carburanti per autotrazione. L’attività costituisce il prosieguo delle indagini che avevano già portato al sequestro eseguito il 30 marzo nei confronti della Petrolifera Italiana Srl.

Con il nuovo provvedimento di sequestro esteso, il Gip ha ampliato la portata della misura sulla scorta di ulteriori attività eseguite dalle Fiamme gialle di Napoli e Trieste. Grazie a nuovi approfondimenti è stato possibile estendere le contestazioni dei reati fiscali anche nei confronti dei gestori di fatto della società e disporre il sequestro in relazione a ulteriori ipotesi di violazioni fiscali (utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti) tanto ai rappresentanti legali quanto ai gestori di fatto della società. L’importo sequestrato è rappresentato dalle imposte evase e ammonta a oltre 59 milioni di euro.

Le originarie contestazioni attenevano alla presentazione di dichiarazione fraudolenta di imposta per l’anno 2017 dalla Petrolifera Italiana Srl e all’omessa dichiarazione per l’anno 2017; si aggiungono ora le ipotesi di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per l’anno 2017 e l’emissione di fatturazioni fasulle per l’anno 2018, per oltre 30 milioni di euro di fittizi acquisti e cessioni di carburante da parte della Petrolifera Italiana con diverse società fantasma, tra cui Italyan Petroli S.r.l., Giuliana Petroli S.r.l. e le ditte individuali Auletta Group e Vincent Group; ciò ha comportato l’evasione dell’Iva per circa 7 milioni di euro.

Secondo la ricostruzione operata dalle Fiamme Gialle e in ragione dell’istruttoria svolta dalla Procura della Repubblica di Napoli, la Petrolifera Italiana si sarebbe collocata al centro di un complesso gruppo di imprese dislocate sull’intero territorio nazionale. I titolari di fatto dell’azienda, in concorso con i gestori legali della società, hanno venduto milioni di litri di prodotti energetici a società ‘cartiere’ che si erano dichiarate ‘esportatori abituali’ e, proprio in virtù di questa falsa qualifica, potevano acquistare i prodotti senza applicazione dell’Iva.

Poi, le società acquirenti rivendevano gli stessi prodotti applicando l’Iva al cliente finale che, però, poi non la versava all’erario (meccanismo fraudolento tipico della frode carosello). Per effetto delle condotte contestate, oltre al milionario danno all’erario, la Petrolifera Italiana S.r.l. avrebbe negli anni assunto una posizione dominante sul mercato stravolgendo di fatto anche le regole della concorrenza.

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