Massacrò la compagna a coltellate, sconto di pena per Forciniti

Sconterà 22 anni di carcere anziché 24. La decisione della Corte d'assise d'appello di oggi tiene conto dell'accordo tra Procura generale e difesa. Impossibile ora un ricorso in Cassazione
Daniele Micheluz
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Due anni in meno da scontare in carcere per Giuseppe Forciniti, l’ex infermiere 35enne che il 25 novembre 2020 uccise con 19 coltellate la compagna Aurelia Laurenti, nella loro casa di Roveredo in Piano dove la coppia viveva con i due figli minorenni. L’uomo era stato condannato a 24 anni di carcere in primo grado.

Oggi la Corte d’assise d’appello a Trieste ha ridotto la pena a 22, prendendo atto del patteggiamento tra la Procura generale e la difesa, rappresentata dall’avvocato Ernesto De Toni. Il quale aveva presentato ricorso perché in primo grado al suo assistito non era stata riconosciuta l’attenuante della provocazione, visto che Aurelia la notte della tragedia aveva puntato il coltello contro l’uomo che poi l’aveva massacrata. Con questo accordo decade ogni possibile ricorso in Cassazione e quindi la sentenza diventa definitiva. In aula era presente l’imputato che ha rilasciato dichiarazioni spontanee, esprimendo dolore per quanto accaduto e ringraziando i suoceri che si stanno occupando dei figli, ai quali l’uomo ha detto di pensare continuamente e di sperare di rivedere un giorno. Forciniti,

detenuto nel carcere di Padova si è iscritto a giurisprudenza e lavora per una cooperativa, destinando i proventi ai bambini. La fine pena è fissata per il 2042, ma con una serie di sconti Forciniti potrebbe uscire di prigione tra meno di una decina d’anni.  La parte civile, la famiglia di Aurelia rappresentata dall’avvocato Antonio Malattia ha preso atto dell’accordo, ribadendo come in primo grado non siano state riconosciute alcune aggravanti che avrebbero dovuto render la pena più aspra. Per i figli – fa sapere l’avvocato Malattia – finora sono arrivati solo 30mila euro di risarcimento e qualche migliaio di euro in tutto dal lavoro dell’uomo. 

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