Finanziamenti negati e Palio a rischio. Teatro club fa ricorso al Tar

La storica associazione di Udine si sente lesa nella dignità. La prima udienza si terrà il 22 di marzo
Isabella Gregoratto
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«Ci è stato negato il finanziamento triennale perché il progetto non piace? Peccato, perché secondo noi è un errore, visto che a nostro parere è un ottimo progetto, ma ce ne faremo una ragione tenendo conto della soggettività della valutazioneMa che Teatro Club non abbia ricevuto la meritata considerazione in quanto a tradizione culturale, storicità e importanza per quello che rappresenta nel mondo della cultura cittadina, no. Questo non lo accettiamo».

In un partecipato incontro tenutosi oggi, 13 marzo, nella sede di Teatro Club Udine, la presidente Alessandra Pergolese, non usa giri di parole per raccontare l’amarezza seguita alla doccia gelata nell’aver appreso che la Commissione della Regione ha negato all’associazione i contributi richiesti per gli incentivi triennali. Il finanziamento era stato richiesto per “Palio Teatrale Studentesco – Il Teen Theatre del Friuli Venezia Giulia”, un progetto a cui Teatro Club tiene molto e che vede il Palio ulteriormente arricchito con laboratori, open days, ospitalità di compagnie teatrali giovanili provenienti da altre regioni italiane, sotto la codirezione artistica di Giuliana Musso, attrice, regista e autrice tra le più affermate del panorama teatrale italiano (due volte premio della critica, assegnato dall’associazione nazionale critici del teatro, e Premio Hystrio).

All’incontro hanno preso la parola, oltre alla presidente, il responsabile artistico del Palio, Paolo Mattotti, il presidente onorario di Teatro Club, Gianni Cianchi e la stessa Giuliana Musso. E se ai primi è toccato ripercorrere storia e importanza sia del Palio, sia del Teatro Club, l’attrice si è soffermata non solo sui dettagli del progetto, ma soprattutto sull’impegno dell’associazione nel portare avanti il Palio «senza un ritorno economico – ha detto – , ma per pura missione. Qui non si tratta solo di storia, perché non è l’età che attribuisce valore a un soggetto. Qui si parla di contenuti».

«Il progetto – spiega la presidente – non ha raggiunto per la commissione regionale il punteggio minimo richiesto e per soli 2 punti non può nemmeno essere ripresentato, come previsto, nelle prossime due annualità. Il motivo? Per la Commissione della Regione, il Teatro Club, tra le altre cose, non ha abbastanza “tradizione culturale” da meritarsi il massimo del punteggio».

Una doccia gelata, si diceva, per quella che «a diritto – hanno commentato all’unisono i membri del direttivo di Teatro Club presenti alla conferenza stampa – può essere definita la realtà che da Ciro Nigris e Rodolfo Castiglione in poi ha portato il teatro a Udine fin dalla sua fondazione, il lontano 9 novembre 1960. Per non parlare che sotto la direzione artistica di Angela Felice ha anche organizzato un’importante rassegna di teatro civile come Akròpolis».

La richiesta di chiarimenti

Una sottovalutazione della storicità e dell’importanza culturale, aggravata dalla risposta ricevuta dalla Direzione Cultura della Regione. Dopo aver scorso le graduatorie, infatti, l’associazione ha chiesto formalmente alla Direzione Cultura spiegazioni, non prima di aver avvisato ovviamente l’assessorato regionale competente.

«Con motivata e articolata istanza di riesame inviata il 23 gennaio – racconta la presidente – Teatro Club Udine, dando preliminarmente atto di non entrare nel merito della valutazione discrezionale sulla qualità del progetto presentato, pur non condividendola, ha chiesto alla Regione di rivalutare invece l’attribuzione del punteggio con riferimento al criterio sulla “tradizione culturale del soggetto istante”. Ebbene – prosegue – la risposta ci ha lasciato ancor più a bocca aperta».

Nella missiva ricevuta, infatti, la Direzione Attività Culturali della Regione comunicava di non poter intervenire in autotutela per “l’asserita ampia discrezionalità tecnica della valutazione della commissione giudicatrice – si legge –, anche con riferimento al criterio della “tradizione culturale del soggetto istante”, asseritamente non ravvisabile solo nell’ “anzianità” del soggetto richiedente o del progetto, “bensì come combinato disposto dell’anzianità (qualificata dal criterio come ‘Tradizione’) e dal profilo culturale”. Come dire che non si doveva guardare solo alla storicità di Teatro Club, ma anche al suo profilo culturale. Da qui la valutazione della Commissione con un punteggio di 20 punti su un massimo di 30 per la “tradizione culturale”.

«Il fatto che Teatro Club sia presente a Udine dal 1960 e che grazie a dei pilastri come Rodolfo Castiglione, Ciro Nigris, Angela Felice e molti altri abbia sostenuto il teatro di prosa della sua città e del territorio– spiega ancora Pergolese – non è abbastanza? Non conta che il teatro a Udine nacque proprio grazie alle intuizioni di questi maestri e che fino agli anni Novanta si è occupato di programmare e produrre spettacoli della prima rassegna teatrale cittadina all’epoca ospitata al Palamostre? Che il Palio teatrale studentesco, dal 1972 sia tra le più apprezzate e longeve rassegne teatrali giovanili d’Italia non basta? Per non parlare del fatto che il Teatro Club sia tra i soci fondatori dell’Ente Regionale Teatrale e che proprio per la sua importanza la stessa Regione fino al 2014 ci abbia annoverato come “organismo culturale di interesse regionale”. Questa per noi è una questione prima di tutto di orgoglio e onore. Lo dobbiamo per riaffermare, ce ne fosse bisogno, il ruolo che Teatro Club ha come culla del teatro cittadino e per le giovani generazioni».

Il ricorso al Tar

Ricevuta la seconda doccia gelata, l’intero direttivo dell’associazione ha deciso dunque per un ricorso al Tar, la cui prima udienza è stata convocata per il 22 di questo mese.«Pur non volendo entrare nel merito delle valutazioni strettamente discrezionali della Commissione giudicatrice con riferimento al progetto presentato da Teatro Club Udine e che comunque destano non poco stupore per l’indiscussa qualità e storicità dell’iniziativa, nonché per una co-direzione artistica di altissimo profilo – spiega ancora Pergolese –, riteniamo che l’esclusione della nostra associazione dall’elenco dei soggetti ammessi al finanziamento è comunque gravemente illegittima sotto il profilo della erronea, palesemente illogica e ingiusta sottovalutazione del requisito della “tradizione culturale del soggetto istante”. E lo abbiamo abbondantemente motivato nel ricorso presentato al Tar del Friuli Venezia Giulia».

Il Palio a rischio

Quanto al fatto che questa esclusionepossa mettere a rischio l’esistenza stessa del Palio, i timori non sono infondati.«Attualmente – chiarisce Pergolese – siano ancora in attesa di conoscere dalla Regione l’esito della domanda di contributo per i finanziamenti annuali. Contributi finora sempre concessi, ma il cui importo copre a mala pena le spese vive dell’organizzazione del Palio. Servono però altri finanziamenti per sostenere le spese generali dell’attività istituzionale dell’associazione che lo organizza». Questo, dunque, se da un lato può far ben sperare nella sopravvivenza della prossima edizione del Palio, dall’altro non si può dire altrettanto per il futuro.

«L’esclusione di Teatro Club Udine dalla possibilità di accedere agli incentivi per tutta la durata del triennio – chiarisce Pergolese –, ci pone in una condizione di gravissima insostenibilità economica della nostra attività e rischia di compromettere la sopravvivenza del Palio Teatrale stesso per i prossimi anni. Magari l’edizione 2023 che, anche se con molta fatica stiamo già preparando e che si terrà a partire dal 26 aprile – rassicura la presidente –, sarà salva. Ma il futuro non è certo roseo». La parola ora dunque al Tar.

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