Fincantieri costriuirà 2 nuovi sottomarini per la Marina Militare italiana, «Salto tecnologico»

Fincantieri, uno dei primi gruppi cantieristici al mondo e operatore di riferimento nella navalmeccanica militare, oggi firmerà in qualità di prime contractor con OCCAR (Organisation Con...
Alessandra Salvatori

Fincantieri, uno dei primi gruppi cantieristici al mondo e operatore di riferimento nella navalmeccanica militare, oggi firmerà in qualità di prime contractor con OCCAR (Organisation Conjointe de Cooperation en matiere d’Armement, l’Organizzazione internazionale di cooperazione per gli armamenti), il contratto per la costruzione di 2 sottomarini di nuova generazione con l’opzione per ulteriori 2 unità, nell’ambito del programma di acquisizione U212NFS (Near Future Submarine) della Marina Militare italiana.

Il valore complessivo del contratto per i primi due battelli, comprensivo del relativo supporto logistico, è di 1,35 miliardi di euro.

Il progetto è un’evoluzione del programma U212A, condotto in collaborazione con i tedeschi di thyssenkrupp Marine Systems, che ha portato alla realizzazione di 4 sottomarini per l’Italia – “Todaro”, “Scirè”, “Venuti” e “Romei”, consegnati da Fincantieri tra il 2006 e il 2017 – e di 6 per la Germania. Secondo le analisi più accreditate questi battelli a propulsione air independent, per il loro contenuto tecnologico, hanno spostato gli equilibri dal dopoguerra tra unità nucleari e convenzionali.

Il programma U212NFS, che prevede le prime due consegne nel 2027 e nel 2029, risponde alla necessità di garantire adeguate capacità di sorveglianza e di controllo degli spazi subacquei, considerati i complessi scenari operativi che caratterizzeranno il futuro delle operazioni nel settore underwater e l’approssimarsi del termine della vita operativa delle 4 unità della classe “Sauro” attualmente  in servizio. Servirà inoltre a preservare e incrementare lo strategico e innovativo know-how industriale maturato da Fincantieri e a consolidare il vantaggio tecnologico conseguito dall’azienda e dalla filiera, perché sarà potenziata la presenza a bordo di componentistica sviluppata dall’industria nazionale.

I compiti che i nostri sottomarini svolgono quotidianamente a favore della collettività sono molteplici, soddisfacendo le istanze del Governo e delle più importanti alleanze alle quali il Paese partecipa, NATO e UE: alle missioni prettamente militari, si vanno ad aggiungere quelle inerenti la libertà di navigazione, l’antipirateria, la sicurezza delle vie di approvvigionamento energetico (in virtù delle risorse dei fondali e delle infrastrutture subacquee presenti), il rispetto del diritto internazionale, la lotta al terrorismo, la tutela delle frontiere esterne, la salvaguardia delle infrastrutture marittime, incluse quelle vitali off-shore e subacquee, e non ultimo il controllo della presenza di cetacei.

Siamo orgogliosi che il riconoscimento delle nostre capacità da parte della Marina e del partner tedesco abbia portato a un’evoluzione dei rapporti tale da garantirci da un lato il ruolo di design authority, dall’altro quello di prime contractor – ha commentato Giuseppe BonoAmministratore delegato di Fincantieri-. Rispetto ai sottomarini della classe precedente compiremo un autentico salto tecnologico, a partire dalla progettazione e dal sistema di combattimento, sviluppato insieme a Leonardo e del quale abbiamo in carico l’integrazione a bordo. Ciò consentirà all’Italia di restare nella ristrettissima cerchia dei Paesi capaci di costruire unità così sofisticate”. Bono ha continuato: “Ancora una volta un qualificato indotto, composto da piccole e medie imprese del settore, sarà trainato dalle nostre attività, concorrendo a generare un notevole contributo in termini di PIL, occupazione e progresso nel campo della ricerca e sviluppo”.

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