‘Friuli 1420-1797 Piante e vedute’, 50 incisioni per riscoprire la cartografia della nostra storia

"Una mostra che ci consente di riscoprire e ripercorrere la nostra storia per poter meglio comprendere la realtà nella quale oggi viviamo proponendo mappe e reperti antichi. Le mappe rappresent...
Francesca Spangaro

‘Friuli 1420-1797 Piante e vedute’, questo il tema della mostra che aprirà domani al castello di Udine in occasione della 39.edizione della Triennale europea dell’incisione. La presentazione dell’esposizione, che rimarrà aperta fino al 27 giugno, si è tenuta questa mattina nel salone del Parlamento friulano. 

La mostra, introdotta dal sindaco di Udine Pietro Fontanini e dall’assessore comunale alla Cultura Fabrizio Cigolot, realizzata in collaborazione con la Regione, il Comune di Udine, i Civici Musei e la Fondazione Friuli, è costituita da 50 incisioni che illustrano attraverso la cartografia dell’epoca e una serie di vedute i più rappresentativi centri storici del territorio nel quale la cultura veneziana ha influito: assieme a Udine, Palmanova, Cividale, Gemona del Friuli e San Daniele.

Presente all’inaugurazione anche l’assessore regionale alla Cultura Tiziana Gibelli. 

“Una mostra che ci consente di riscoprire e ripercorrere la nostra storia per poter meglio comprendere la realtà nella quale oggi viviamo proponendo mappe e reperti antichi – ha premesso Gibelli -. Le mappe rappresentano la storia dell’uomo fin dai tempi più remoti, quando ancora non si era affermata la scrittura e si comunicava soltanto attraverso i segni e i disegni, e l’epoca considerata da questa rassegna vi è adeguatamente raffigurata”. 

“Si è trattato di un’epoca non facile – ha aggiunto l’assessore riferendosi al periodo considerato dalla mostra – perché è stata segnata dal passaggio di queste terre dal Patriarcato alla dominazione veneziana e si è conclusa con l’arrivo di Napoleone Buonaparte. L’esposizione – ha proseguito – costituisce pertanto un evento di notevole rilevanza culturale perché raffigura la storia di un periodo significativo per l’intera regione ed è nel contempo il simbolo della ripartenza; ci auguriamo infatti che l’intero settore culturale possa ritornare alla normalità con la piena riapertura di tutte le attività e strutture entro la fine dell’estate”.

Gibelli ha ricordato che la mostra curata da Giuseppe Bergamini ricostruisce l’intera esperienza storica dalla quale sono scaturite le basi per determinare l’identità, la cultura e le tradizioni ancor’oggi caratterizzanti del Friuli Venezia Giulia e della sua gente. 

“Le mappe – ha ribadito l’assessore – sono infatti uno strumento efficace per recuperare la storia dei popoli nei luoghi che vi sono descritti e ci aiutano, come per esempio in questo caso, a riscoprire che la collocazione geografica ha determinato la nascita e lo sviluppo della città di Udine, l’unico abitato non attraversato da un fiume a essere stato considerato dalla Repubblica di Venezia soltanto perché si trovava su un crocevia di direttrici di scambi commerciali e traffici, da e per il cuore dell’Europa”.

A tale proposito, l’assessore ha citato Polcenigo tra le realtà sviluppate dai veneziani sempre in funzione della presenza delle acque: la località della pedemontana pordenonese è infatti stata costruita alle sorgenti del Livenza, il fiume lungo il quale veniva trasportato a Venezia il legname proveniente dalla foresta del Cansiglio.

 

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