Folla per l’ultima tappa di Enzo Cainero

Duomo di Udine gremito, in centinaia in piazza. Oggi l'addio al patron delle tappe friulane. Il cappello alpino sul feretro
Alberto Comisso
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L’amato cappello alpino, indossato sempre con grande orgoglio ed estremo rispetto, appoggiato sul feretro. Tante penne nere dentro e fuori la Cattedrale di Udine. E all’ingresso in Duomo della bara il canto Stelutis alpinis intonato dal coro.
Diverse centinaia di persone hanno partecipato questa mattina ai funerali di Enzo Cainero, scomparso sabato a 78 anni, celebrati da monsignor Luciano Nobile.
Tanti i rappresentanti istituzionali presenti – in prima fila il presidente della Regione Massimiliano Fedriga, il ministro Luca Ciriani, il sindaco di Udine Pietro Fontanini e il prefetto di Udine Massimo Marchesiello, assieme agli assessori regionali Riccardi, Bini e Zili. Ma anche rappresentanti del mondo dello sport, da Edy Reja ad Alberto Zaccheroni, da Gigi De Agostini al direttore del Giuro d’Italia Mauro Vegni.
“Non vedremo più Enzo girare in bicicletta lungo le nostre strade – ha detto nell’omelia monsignor Nobile. Ma penso che organizzerà per noi un bel Giro in Paradiso”.
Il sindaco di Udine Pietro Fontanini lo ha descritto come ‘infaticabile organizzatore di tanti eventi’. “Gli dobbiamo essere grati: ha fatto conoscere le più belle località del Friuli. La sua scomparsa crea un vuoto difficilmente colmabile: perdiamo un grande organizzatore, un grande friulano, un persona buona con tutti”.
“Ti vedo ancora davanti a me, con la tua cartellina sotto il braccio e l’occhio mezzo chiuso di quando la stavi per raccontare grande” – ha detto il vicepresidente della Regione Riccardo Riccardi, ricordando l’amico Enzo e uno dei primi sopralluoghi sul Lussari, con Vegni. “In quell’occasione hai sfoderato tutto il tuo repertorio, praticamente impossibile dirti di no. Vegni sapeva che con te ci sarebbe stata ogni garanzia per superare l’esame finale”. Riccardi ha parlato di Cainero come di un campione nello sport e un campione nella vita. “Ci hai insegnato – ha concluso – che anche i traguardi che sembrano essere irraggiungibili possono essere tagliati”.
“Enzo Cainero si metteva a disposizione degli altri, senza mai cercare visibilità e sempre pronto a mettersi da parte quando si accendevano i riflettori” ha detto il Governatore Massimiliano Fedriga, che ha aggiunto: “Era una vera guida. Oggi ho paura di non trovare più l’appoggio, il consiglio necessario che sapeva dare lui”.
Alla fine della cerimonia è salito sull’altare Andrea, figlio di Enzo, che a nome di tutta la famiglia ha ringraziato per le tante testimonianze di vicinanza e di affetto ricevute in questi giorni.
“Essere alpino era per lui un modo di vivere, una cosa sacra, qualcosa a cui non avrebbe mai potuto rinunciare” – ha poi detto. “Riusciva a smussare gli angoli e a unire comunità. Questo credo sia l’insegnamento che ci lascia: Stiamo insieme per raggiungere nuovi traguardi”.

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