Nuove restrizioni, Conte chiude uffici e aziende non necessarie

Nuovo discorso serale del Premier e nuovo giro di vite alle limitazioni contro la diffusione del virsus. Il primo ministro segue la linea indicata già dalla Regione Lombardia
Giancarlo Virgilio

Nel giorno del maggior incremento di morti dall’inizio dell’emergenza coronavirus (ben 627 decessi nella giornata di oggi su un totale di 4.825 vittime), Giuseppe Conte è tornato a parlare alla Nazione per comunicare le nuove misure che saranno in vigore da domani. Sulla scia delle due ordinanze firmate dai presidenti Fontana e Cirio, in vigore da domani in tutta la Lombardia e il Piemonte, il premier ha deciso di intervenire per rendere omogenei, su tutta la Penisola, gli interventi contro la diffusione della pandemia.

Le nuove misure prevedono il fermo da lunedì 23 marzo degli uffici e delle attività produttive non necessarie con le sole aperture di edicole, tabacchi, farmacie, parafarmacie e supermercati (garantendo la distanza di sicurezza interpersonale di un metro). Saranno garantite, inoltre, altre attività essenziali, quali i servizi bancari, postali e assicurativi, oltre ai trasporti, la pesca, l’agricoltura, l’industria alimentare e delle bevande e i servizi d’informazione.

Fino a quando durerà il divieto? Conte non lo ha specificato durante il suo discorso, ma la data, indicata qualche minuto dopo la diretta Facebook, è quella del 3 aprile. Dovesse perdurare lo stato di emergenza, però, non è escluso che si vada avanti fino al 15 aprile, come annunciato dallo stesso Fontana. Ora non resta che attendere il nuovo decreto ministeriale per capire meglio lo stato delle cose. 

Il discorso in sintesi

E’ la crisi più difficile dal secondo dopoguerra. La morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno si rinnova. Non sono semplici numeri. Dobbiamo continuare a rispettare tutte le regole che abbiamo adottato. Sono misure severe, ma non abbiamo alternative. Il nostro sacrificio è minimo se paragonato a quello di chi rischia molto di più: penso ai medici, agli infermieri, alle forze armate, ai farmacisti, parafarmacisti, agli autotrasportatori e ai servizi dell’informazione. Compiono un atto d’amore nei confronti dell’Italia Intera. Oggi abbiamo deciso un altro passo avanti: chiudere ogni attività produttiva che non sia indispensabile a produrre beni di necessari o di pubblica utilità. Continueranno a rimanere aperti tutti i supermercati. Non abbiamo previsto nessuna restrizione sui giorni di apertura di queste attività (non in Fvg, dove è prevista la chiusura domenicale vista l’ordinanza del governatore Fedriga, ndr). Continueranno a rimanere aperte le farmacie, parafarmacie. Consentiremo l’apertura alle sole attività produttive considerate rilevanti ai fini nazionali. L’emergenza sanitaria sta tramutando in piena emergenza economica. Ma lo Stato c’è e lo dimostrerà con interventi e risorse straordinarie. Mai come ora la nostra comunità si deve stringere forte a difesa di un bene più importante: la vita. Quelle rinunce che oggi ci sembrano un passo indietro, ci consentiranno di prendere la rincorsa per tornare un giorno in fabbrica o a riabbracciare gli amici. Uniti ce la faremo“.

Discorso completo di Giuseppe Conte

Buonasera a tutti, sin dall’inizio ho scelto la linea della trasparenza, la linea della condivisione, ho scelto di non minimizzare, non nascondere la realtà che ogni giorno è sotto i nostri occhi. Ho scelto di rendere tutti voi partecipi della sfida che siamo chiamati ad affrontare, è la crisi più difficile che il Paese sta vivendo dal secondo Dopoguerra.

In questi giorni durissimi, siamo chiamati a misurarci con immagini, con notizie che ci feriscono, ci lasciano un segno che rimarrà sempre impresso nella nostra memoria, anche quando questo, ci auguriamo presto, sarà finito. La morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno si rinnova, questi decessi per noi, per i valori con cui siamo cresciuti, per i valori che ancora oggi noi condividiamo, non sono semplici numeri, quelle che piangiamo sono persone, sono storie di famiglie che perdono gli affetti più cari.  Le misure sin qui adottate, l’ho già detto, richiedono tempo prima che possano spiegare i loro effetti, dobbiamo continuare a rispettare tutte le regole con pazienza, con responsabilità, con fiducia.

Sono misure severe, ne sono consapevole, rimanere a casa, rinunciare a radicate abitudini, non è affatto facile ma non abbiamo alternative, in questo momento dobbiamo resistere perché solo in questo modo riusciremo a tutelare noi stessi e a tutelare le persone che amiamo. Il nostro sacrificio di rimanere a casa è per altro minimo, se paragonato al sacrificio che stanno compiendo altri concittadini, negli ospedali, nei luoghi cruciali per la vita del Paese c’è chi rinuncia, chi rischia molto di più. Penso in particolare innanzitutto ai medici, agli infermieri ma penso anche alle Forze dell’ordine, alle Forze armate, agli uomini e alle donne della Protezione Civile, ai commessi dei supermercati, ai farmacisti, agli autotrasportatori, ai lavoratori dei servizi pubblici, anche ai servizi dell’informazione, donne e uomini che non stanno andando semplicemente a lavorare, ma compiono ogni giorno un atto di grande responsabilità verso l’intera nazione. Compiono un atto di amore verso l’Italia intera. Oggi abbiamo deciso di compiere un altro passo: la decisione assunta dal Governo è quella di chiudere, nell’intero territorio nazionale, ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria, cruciale, indispensabile a garantirci beni e servizi essenziali.

Abbiamo lavorato tutto il pomeriggio con i sindacati, con le associazioni di categoria, per stilare una lista dettagliata in cui sono indicate le filiere produttive delle attività dei servizi di pubblica utilità, quelli che sono più necessari per il funzionamento dello Stato in questa fase di emergenza.Continueranno a rimanere aperti tutti i supermercati, tutti i negozi di generi alimentari e di prima necessità. Quindi, fate attenzione, non abbiamo previsto nessuna restrizione sui giorni di apertura dei supermercati. Invito tutti a mantenere la massima calma, non c’è ragione di fare una corsa agli acquisti, non c’è ragione di creare code che in questo momento non si giustificano affatto.

Continueranno a rimanere aperte anche farmacie, parafarmacie, continueranno a venire assicurati i servizi bancari, postali, assicurativi, finanziari. Assicureremo tutti i servizi pubblici essenziali, ad esempio i trasporti. Assicureremo ovviamente anche tutte le attività connesse, accessorie, funzionali a quelle consentite, a quelle essenziali.Assicureremo ovviamente anche tutte le attività connesse, accessorie, funzionali a quelle consentite, a quelle essenziali. Al di fuori delle attività ritenute essenziali, consentiremo solo lo svolgimento di lavoro modalità smart working e consentiremo solo le attività produttive ritenute comunque rilevanti per la produzione nazionale. Rallentiamo il motore produttivo del Paese, ma non lo fermiamo. 

È una decisione non facile, ma è una decisione che ci consente, ci predispone ad affrontare la fase più acuta del contagio. È una decisione che si rende necessaria, oggi in particolare, per poter contenere quanto più possibile la diffusione dell’epidemia. L’emergenza sanitaria – ma lo avevamo previsto – sta tramutando in piena emergenza economica, ma a voi tutti dico: “Lo Stato c’è. Lo Stato è qui”. Il Governo interverrà con misure straordinarie che ci consentiranno di rialzare la testa e ripartire quanto prima. Mai come ora la nostra comunità deve stringersi forte, come una catena a protezione del bene più importante: la vita. Se dovesse cedere anche solo un anello, questa barriera di protezione verrebbe meno, esponendoci a pericoli più grandi, per tutti.

Quelle rinunce che oggi vi sembrano un passo indietro, domani ci consentiranno di prendere la rincorsa e ritornare presto nelle nostre fabbriche, nei nostri uffici, nelle nostre piazze, fra le braccia di parenti, di amici. Stiamo rinunciando alle abitudini più care, lo facciamo perché amiamo l’Italia, ma non rinunciamo al coraggio e alla speranza nel futuro. Uniti ce la faremo

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