Si sono allontanati alle 9 di oggi gli imponenti macchinari taglia-alberi impiegati dalla scorsa settimana nell’esbosco della sponda destra del Torre, nel tratto tra Pavia di Udine e Percoto. I lavori che sarebbero dovuti partire dopo l’alba sono stati rimandati a data da destinarsi dopo le proteste messe in atto da alcuni cittadini e ambientalisti.
Vicino alla macchia verde, nata spontaneamente a ridosso dell’argine, questa mattina si sono raccolte una ventina di persone per osservare da vicino i lavori di cippatura avviati nell’area di circa 8 ettari che funge da barriera naturale, da pascolo per le api, da habitat naturale per la vita di numerose specie selvatiche (tra tutte tasso, volpe, sciacallo dorato, gatto selvatico, faina, puzzola, capriolo, cinghiale, cervo, lupo e api) nonché da zona di caccia.
Gli attivisti, che si costituiranno a breve in comitato, chiedono di procedere prima con lo sghiaiamento e che l’intervento in atto salvaguardi il bosco presente sulla sponda destra del torrente. La paura, spiegano, è che in caso di piena del torrente, l’acqua raggiunga pericolosamente i campi e alcune abitazioni presenti a pochi metri dagli stessi. Il letto del torrente negli ultimi anni si è infatti alzato di circa 7 metri, raggiungendo l’altezza delle stesse sponde. Proprio per questo, il nascituro comitato chiede che si attui prima lo sghiaiamento e solo dopo il ripascimento fluviale e l’eventuale taglio delle essenze arboree più giovani. Ad ascoltare le istanze degli attivisti, tra i quali anche Elsa Merlino, la studentessa che a inizio anno riuscì a bloccare le ruspe sui prati stabili del Torre a Primulacco, c’era anche il sindaco di Pavia di Udine, Beppino Govetto.
L’indietreggiamento delle ruspe e la rimozione del cartello del cantiere segnano forse un primo passo verso nuove perizie è un nuovo tavolo di concertazione fra Regione, amministrazione comunale, residenti, agricoltori, apicoltori, ambientalisti.