A Gradisca e Gorizia migranti all’addiaccio di notte

Tra loro anche un bimbo di 8 mesi
Matteo Femia
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Una quindicina di richiedenti asilo a dormire sugli scalini della chiesa di San Valeriano a Gradisca, famiglie e gruppi di migranti di tantissime nazionalità che passano le notti all’aperto nel piazzale della stazione ferroviaria di Gorizia. Sono le scene che si ripetono ormai da mesi nelle due città-simbolo dell’Isontino sul fronte della rotta balcanica: a Gradisca, poco più di un mese fa, ha chiuso i battenti il dormitorio di San Valeriano, che per tutto l’inverno ha ospitato almeno una decina di migranti a notte. Il risultato è stato che chi non ha un luogo dove dormire, lo fa sugli scalini della chiesa del quartiere. Si tratta di richiedenti asilo in attesa di una destinazione: intanto, però, le scene sono sempre le stesse da mesi, e sono simili a quelle che si vedono a Gorizia nel piazzale della stazione. In quest’ultimo caso un gruppo di volontari, da ormai più di sei mesi, ogni sera fornisce aiuto a chi arriva: cibo, bevande, conforto anche solo a parole.

Sono stati tanti altri gli arrivi: un gruppo di indiani, quasi certamente minorenni dalla giovinezza dei loro visi, e quattro siriani. La loro notte è passata sulle panchine di fronte alla stazione. E’ arrivata anche una famiglia dal Camerun con un bimbo di otto mesi, che ha dormito per ore sulla panchina di fronte alla stazione, fino a quando i volontari non hanno indirizzato il gruppo negli spazi di una parrocchia del centro città, dove hanno potuto passare la notte al coperto. Non è la storia di una notte, ma un esempio di cosa accade, spesso nel silenzio, in quasi tutte le sere goriziane.

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