Grado chiama Marano: «Uniamoci per salvare la laguna morente»

Dopo la grande secca che ha colpito Marano Lagunare martedì, impedendo ai pescherecci di uscire ed entrare dal porto, il sindaco dell'isola del sole, Dario Raugna, ha preso carta e penna e scritto all...
Ivan Bianchi
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“Caro collega, ho letto con grande disappunto sulla stampa quanto accaduto in questi giorni di secca grande, con l’impossibilità per la vostra flotta peschereccia di prendere il largo o, peggio ancora, di non poter rincasare, e ti porto la solidarietà dei nostri pescatori, che sanno molto bene cosa questo significhi per voi, e anche quella dei vallicoltori, che stanno vivendo tempi drammatici vista l’impossibilità di riarginare le loro valli come se muover un po’ di fango significasse maneggiare del plutonio”. A prendere carta e penna è il sindaco di Grado, Dario Raugna, che ha scritto una lettera aperta all’omologo di Marano Lagunare, Mauro Popesso. Il fatto risale a martedì pomeriggio quando si è verificata, nel canale di accesso al porto di Marano Lagunare, una secca che ha impedito alla flotta peschereccia di uscire e ai diportisti di rientrare.

“La nostra laguna sta morendo e noi con essa, ma ciò che è peggio sta nel fatto che le cause di questa lenta agonia sono attribuibili all’uomo e a nessun altro. Grado e Marano sono separate da un confine che consiste in una linea astratta che divide in due il canale di ‘Anfora’. Questo fu un antico fronte che vide le due comunità in eterno conflitto. Su quel confine agli inizi del ‘900 si affacciavano l’impero Austro-ungarico da una parte e il Regno d’Italia dall’altra, se poi aggiungiamo che la nostra gente è particolarmente sanguigna, non c’è da sorprendersi se ancora adesso è possibile cogliere dei dissapori che perlopiù sono il frutto di un retaggio del passato. Entrambi sappiamo che l’ambiente lagunare non può che essere inteso nella sua interezza e nella sua integrità; entrambi sappiamo che la nostra Laguna non è il frutto del corso naturale degli eventi, bensì del sudore della fronte dei nostri avi che con grande sacrificio solidificarono le mote, scavarono le cavane, costruirono i casoni e mantennero praticabili le vie d’acqua, il tutto regolarmente a mano e senza che nessuno gli dicesse come si doveva fare.

Lo impararono a loro spese, osservando e talvolta sbagliando perché è dagli errori che spesso si impara, avendo cura di tramandare ai posteri le buone pratiche, affinché non venissero ripetuti. Questa, caro Sindaco, è la NOSTRA laguna! E sarà bene che lo comprendano anche gli altri, quelli del continuo pretesto giuridico come se le leggi, comprese quelle ambientali, fossero scritte dal Padre Eterno e non dall’uomo. Tutto questo per dirti una cosa che spero tu possa condividere: le soluzioni per una gestione ordinaria della nostra Laguna non potranno mai arrivare dall’alto, da chi guarda ma non conosce, da chi giudica ma non realizza, da chi pianifica ma non pratica, da chi sente ma non ascolta. Caro Sindaco, occorre un’alleanza politica tra Grado e Marano Lagunare nella sua accezione più nobile, quella del governo di un territorio. Lavoriamo assieme unendo le forze della nostra gente – conclude Raugna – affinché i problemi della laguna di Grado e Marano vengano seriamente presi in considerazione e risolti, perché non c’è più tempo da perdere, occorrono soluzioni, il tempo delle promesse è finito”.

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