Un leggero rallentamento della produzione industriale – 1,2% in provincia di Udine nei primi tre mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2022, ma compensato da una crescita del 4,3% sul quarto trimestre dell’anno scorso. Sono più le luci delle ombre nell’economia friulana quelle che emergono dall’ultimo report, visto che gli ordinativi sono aumentati così come l’utilizzo di impianti sia nella variazione tendenziale che congiunturale. Bene l’industria meccanica, siderurgica e alimentare, mentre presentano alcune criticità i settori legno mobile, carta, chimica gomma plastica e materiali da costruzione.
Un quadro economico che tutto sommato resta positivo, come confermano anche le aspettative degli imprenditori: il 18% prevede un ulteriore aumento della produzione, contro un 4% che la vede in calo. La fiducia è data dal fatto che, nonostante una guerra ancora in corso in Ucraina, il prezzo di gas ed energia è fortemente sceso tornando ai livelli del 2021, il che dovrebbe continuare a far rallentare l’inflazione.
“E’ prevedibile – commenta il Presidente di Confindustria Udine, Gianpietro Benedetti -, un raffreddamento contenuto dell’economia nell’autunno 2023 che potrà essere attenuato da un buon piano Pnrr. Il quadro economico, aggravato da un debito pubblico di 2.800 miliardi, e l’esigenza di evitare ulteriori deficit di bilancio – va avanti Benedetti – chiamano la riduzione delle spese che tolgono risorse, senza valore aggiunto, alla scuola, alla sanità, ai servizi sociali. Nei prossimi mesi l’Italia avrà un buon supporto dalle entrate per il turismo. Ad ottobre-novembre il trend economico per il 2024/25 potrà essere meglio definito”, conclude il presidente degli industriali friulani