“Ero convinto che dietro alle continue segnalazioni ci fosse un accanimento nei confronti dell’azienda. Da tempo ho dismesso la carica di amministratore e non ho mai dato alcuna direttiva ai dipendenti”. Ha risposto così Pasquale Esposito, fondatore della Ep spa con sede operativa a Napoli, alle domande del gip di Udine, Matteo Carlisi, durante l’interrogatorio di garanzia per l’inchiesta sui pasti serviti nelle mense scolastiche di Udine e di altri 6 Comuni friulani. Esposito, ora ai domiciliari, si è collegato in teleconferenza con il Tribunale di Udine dalla stazione dei Carabinieri di Mergellina.
“Il mio cliente – dice l’avvocato Giaquinto Vittorio di Santa Maria Capua Vetere, difensore di Esposito assieme all’avvocato Gabriele Di Maio di Torre Annunziata – ha spiegato che era convinto ci fosse un’azione tesa a diffamare l’attività dell’azienda, viste le segnalazioni quasi quotidiane sul cibo servito, e che ha anche tentato di capire da varie fonti chi ne fosse l’autore. Una situazione – continua – da lui segnalata anche all’autorità giudiziaria di Udine con un esposto. Infine, ha detto di essere intervenuto solo a difesa dell’azienda da lui creata”, conclude il legale, che ha fatto istanza al Tribunale del riesame di Trieste.
Si è invece avvalsa della facoltà di non rispondere l’altra persona ai domiciliari interrogata per via telematica, il direttore d’area Agostino Cascone. “Aspettiamo – afferma il difensore, l’avvocato Massimiliano Sartore di Torre Annunziata – l’esito del riesame”.
Infine, a stretto giro di posta Carlisi dovrà decidere in merito alla richiesta di attenuazione delle misure cautelari avanzata dall’avvocato Barnaba Battistella di Oderzo, difensore della dirigente d’area Ketty Bandiera, anche lei ai domiciliari, sentita lunedì a Treviso tramite rogatoria.