Il Giro arriva a Meduno, protesta degli agricoltori contro i cinghiali

Striscioni e trattori schierati
Daniele Micheluz
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Una trentina di agricoltori del medunese e della pedemontana ha schierato questa mattina i trattori lungo il percorso del Giro d’Italia, a formare la scritta “stop cinghiali”. Una “protesta pacifica”, hanno spiegato gli organizzatori, da cui emerge il disagio di una categoria che “deve fare i conti con ingenti danni causati dai suini selvatici, che essendo presenti in gran numero danneggiano gravemente le colture”

“Esprimo vicinanza e solidarietà agli agricoltori. La loro battaglia è anche la mia, da anni”. Così la consigliera regionale Mara Piccin (Forza Italia). “Gli agricoltori lamentano, da una parte, l’attesa degli indennizzi regionali a fronte dei danni provocati da ungulati e su questo aspetto – annuncia Piccin – presenterò un’interrogazione urgente. Dall’altra parte, c’è il grave problema della devastazione dei campi da parte dei cinghiali, sul quale da anni propongo soluzioni a ogni livello: è ora di dire basta, occorre mettere in campo subito soluzioni efficaci e non fantasiose”.

“A marzo – ricorda Piccin – avevo sottoposto ad assessorato regionale e uffici la portata rivoluzionaria di una recente sentenza della Corte costituzionale sul tema del controllo dei cinghiali: i cacciatori abilitati, attraverso specifici corsi di formazione, potranno essere coinvolti da parte del Corpo forestale. Impostazione che era stata confermata, tanto che prevedeva che la novità sarebbe stata recepita nel quadro normativo regionale. E’ un aspetto cruciale per risolvere il problema: la novità va recepita subito”.

“Da anni promuovo atti legislativi e ispettivi sul tema dei danni all’agricoltura e degli incidenti provocati dagli ungulati – ricorda Piccin -. Su tutti, il consiglio aveva approvato a larga maggioranza, il 29 ottobre 2019, una proposta di legge nazionale a mia prima firma, con l’obiettivo di coinvolgere i cacciatori, sempre nel senso indicato dalla Corte costituzionale, nel controllo dei cinghiali. Trasmessa al Parlamento, è stata assegnata il 15 ottobre 2020 alla commissione agricoltura della Camera e il 2 novembre 2020 a quella del Senato. L’esame non è ancora iniziato. Considerando le date, reputo questa tempistica scandalosa, dettata com’è stata dall’avversità ideologica alla caccia da parte del M5s, durante i due governi Conte. Cercherò di far sì, interloquendo con parlamentari e ministri, che questa proposta e altre giunte da altre regioni possano essere esaminate e portate al voto nelle Camere, dove ora c’è una larga maggioranza che può superare l’ostruzionismo pentastellato”.

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