Il mare, la nostra vita: memorie e vicende di una famiglia di pescatori / LA MOSTRA

Attraverso gli scorci della storia della famiglia di pescatori Caharija il visitatore è invitato a scoprire gli aspetti della quotidianità dei pescatori di Aurisina che, per secoli, hanno raggiunto il...
Redazione

Presentata nei giorni scorso la mostra “Il mare – la nostra vita, memorie di una famiglia di pescatori di Aurisina” del Museo etnografico sloveno di Lubiana, realizzata da ZVEZA SLOVENSKIH KULTURNIH DRUŠTEVUnione dei Circoli Culturali Sloveni in coorganizzazione con il Comune di Trieste, allestita in Porto Vecchio, al Magazzino 26.

All’incontro, nella sala espositiva del Porto Vecchio, erano presenti l’assessore comunale alla Cultura Giorgio Rossi, Živka Persi, presidente della Zveza slovenskih kulturnih društev – Unione dei Circoli Culturali Sloveni, organizzatore dell’evento, Tanja Roženbergar, direttrice del Museo etnografico sloveno di Lubiana – Slovenski etnografski muzej, Ljubljana Polona Sketelj, autrice e curatrice della mostra.

Un caloroso benvenuto da parte dell’assessore alla Cultura Giorgio Rossi è stato rivolto alle organizzatrici e curatrici dell’esposizione assieme ai Circoli culturali sloveni: “Non posso che esprimere gratitudine per il grande lavoro che avete svolto nella realizzazione di una mostra in un contesto destinato a diventare un importante centro multiculturale e grande attrattore transfrontaliero, abbattuti tutti i conflitti ideologici del passato, in un’area in via di riqualificazione che questa Amministrazione sta effettuando e che sarà, come lo è stata la vicina Centrale Idrodinamica più di cent’anni fa, un forte propulsore per l’attività economica. E prossima sede del Museo del Mare, Museo di Storia Naturale e delle masserizie del Magazzino 18 oltre all’Immaginario Scientifico. La Comunità Slovena resta ed è un elemento fondamentale per Trieste e il suo territorio”.

Il Museo etnografico sloveno – museo ”sulla gente, per la gente”, museo delle identità culturali, spazio per un dialogo tra il passato ed il presente, tra la cultura slovena e le altre culture, tra la natura e la civiltà – è il museo etnologico centrale che vanta raccolte slovene ed extraeuropee nel campo della cultura materiale, sociale e spirituale curandone la conservazione, lo studio, le ricerche e la comprensione.

Tramite il ciclo annuo di mostre e di altre manifestazioni slovene (anche d’oltre confine), di altre culture europee ed extraeuropee, del programma didattico e delle proprie pubblicazioni, il Museo rappresenta la cultura della tradizione nel territorio sloveno e le culture di alcuni altri popoli del mondo.

Gli oggetti esposti e le attività del Museo presentano sia il patrimonio culturale materiale del modo di vivere quotidiano sia il patrimonio di conoscenze, giudizi, tecniche, saggezze e creatività.

Il Museo etnografico sloveno collabora da diversi anni con gli sloveni negli stati attigui. La collaborazione avviene sia sul piano delle istituzioni sia su quello individuale. Il SEM svolge un lavoro di consulenza nell’ambito della protezione del patrimonio culturale mobile, collabora alla sua rilevazione, promuove nuove ricerche e prepara mostre su questi luoghi.

Per diversi anni ha collaborato alla gestione di collezioni museali e private, permettendo la pubblicazione della collana di guide su musei e collezioni private intitolata Collezioni di qua o di là del confine? I beni riguardanti gli sloveni negli stati attigui vengono utilizzati nelle mostre temporanee o permanenti.

Questa collaborazione è continuata nel 2018 con la mostra temporanea IL MARE – LA NOSTRA VITA: MEMORIE DALLA SOFFITTA DI UNA FAMIGLIA DI PESCATORI DI AURISINA, allestita in occasione dell’Anno europeo del patrimonio culturale.

La mostra è organizzata dalla Zveza slovenskih kulturnih društev – Unione dei Circoli Culturali Sloveni in coorganizzazione col Comune di Trieste e ideata, curata e allestita dal Slovenski etnografski muzej – Museo etnografico sloveno, finanziata dalla Regione Friuli – Venezia Giuli, il Ministero della Cultura della Repubblica di Slovenia, dal Ministero per gli Sloveni nel mondo e dal Fondo sloveno per le attività culturali e sostenuto dal Consolato sloveno a Trieste.

Direttore e coordinatore del progetto, autore della mostra (SEM): mag. Polona Sketelj, conservatore e consulente museale.

Design grafico e museale: Luka Kern e Barbara Kocijančič.

Collaboratrice: Jasna Simoneta.

Testimonianze personali: Bogdan Petelin

DOVE: Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste

QUANDO: 1- 31 ottobre ORARIO: mercoledì – venerdì: 14-19; sabato – domenica: 10-19

ENTRATA LIBERA

La mostra è visitabile a Trieste e propone i frammenti della vita della famiglia di pescatori dei Caharija, una famiglia slovena di Aurisina, in provincia di Trieste, chiamata ancora oggi Babčevi. La mostra riunisce quella che è la più grande collezione privata sulla pesca, appartenuta ai Caharija per cinque generazioni. Nel 2018 la famiglia ha deciso di donare l’intera collezione al Museo etnografico sloveno di Lubiana.

I beni oggetto della donazione vanno ad aggiungersi allo zoppolo dei Caharija, ossia la čupa Marija, l’unico zoppolo marino interamente conservato in assoluto, che fa parte dell’inventario del Museo etnografico sloveno dal 1947 e ne costituisce uno dei beni museali più preziosi.

Attraverso gli scorci della storia della famiglia di pescatori Caharija il visitatore è invitato a scoprire i vari aspetti della quotidianità e delle festività dei pescatori di Aurisina e delle loro famiglie che per secoli hanno raggiunto il mare scendendo tra i terrazzamenti coltivati a uliveto e a vigneto. Vengono così presentati gli attrezzi utilizzati durante la pesca, i vari metodi di pesca, soprattutto la pesca del tonno che rivestiva un ruolo molto importante dal punto di vista economico e sociale, gli attrezzi usati durante la vendita e la lavorazione del pesce, la gastronomia, i vari tipi di natanti e le loro parti, la riparazione e la costruzione dei natanti, il sentiero dei pescatori.

Un particolare approfondimento è stato dedicato allo zoppolo, chiamato čupa, di cui la famiglia Caharija conserva le memorie scritte sulla costruzione dell’ultimo esemplare, custodito dal SEM.

La mostra è accessibile a diverse tipologie di visitatori, che potranno scoprire il territorio carsico tramite i suoni, gli odori e il tatto.

Tra le caratteristiche di massima importanza citiamo la sua accessibilità virtuale – l’accessibilità dei contenuti anche sui media digitali.

La mostra inoltre prevede la proiezione dei seguenti documentari: Čupa, plovilo slovenskih ribičev / Čupa, the Vessel of the Slovene Fishermen / Čupa, l’imbarcazione dei pescatori sloveni; Spomini nabrežinskega ribiča / Memories of a Nabrežina Fisherman / Ricordi di un pescatore di Aurisina; Spomini na strica ribiča/ Remembering the Fisherman Uncle / Ricordando lo zio pescatore; e la visita virtuale al Ribiški muzej tržaškega primorja / Museo della Pesca del Litorale Triestino.

La mostra si inserisce nell’ampio cartellone delle Giornate europee del patrimonio culturale (Dnevi evropske kulturne dediščine) e della 52° Barcolana.

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