Immagine iconica alla foiba, in silenzio mano nella mano

Sergio Mattarella e Borut Pàhor hanno ripetuto il gesto anche davanti al monumento che ricorda i quattro fucilati sloveni del Tigr. Eccola fotografia simbolo dell’incontro storico tra i capi di Stato ...
Andrea Pierini
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I Capi di Stato italiano, Sergio Mattarella, e sloveno, Borut Pahor, mano nella mano, in silenzio, davanti alla corona deposta alla foiba di Basovizza. E pochi minuti dopo al monumento in ricordo dei quattro fucilati antifascisti del Tigr. E’ questa l’immagine simbolo dell’incontro storico, sul Carso e a Trieste, dei due presidenti, che oggi per la prima volta hanno onorato insieme i morti italiani delle foibe e i martiri della repressione italiana nei confronti della minoranza slava.

E’ stata la prima volta che il più alto rappresentante di una nazione nata dalla disgregazione della ex Jugoslavia ha reso omaggio alle vittime italiane delle foibe. Un gesto importante, ricambiato con la cessione, alla minoranza di lingua slava, della proprietà di un luogo simbolo dell’identità slovena triestina, il Narodni Dom, la Casa del Popolo che 100 anni fa, il 13 luglio 1920, venne incendiata dai fascisti. I due Capi di Stato si sono incontrati alle 11.00 alla Caserma del secondo reggimento Piemonte Cavalleria, ad Opicina, dove hanno ricevuto gli onori militari.

Da qui il corteo presidenziale si è mosso verso la foiba di Basovizza, riconosciuta come monumento nazionale nel 1980. Mattarella e Pahor sono rimasti per un minuto in silenzio, mano nella mano, davanti alla corona d’alloro deposta poco prima dai Corrazzieri. Quindi il trasferimento al monumento dei fucilati del Tigr, dove il gesto simbolico e potente si è ripetuto, a conferma della volontà dei due Capi di Stato di compiere un ulteriore passo verso la riconciliazione e la creazione di una memoria condivisa dopo le lacerazioni provocate dalla storia travagliata in queste terre di confine. Mattarella e Pahor hanno quindi raggiunto la Prefettura, in piazza Unità d’Italia, dove è stato firmato il protocollo per la cessione della proprietà del Narodni Dom, la casa del popolo, alla minoranza di lingua slava. Qui i due Capi dello Stato hanno tenuto il loro discorso.

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