La parrocchia è quella di San Giacomo nel Corso del Popolo a Chioggia e l’esperimento è di quelli destinati a far discutere. Si tratta dell’inserimento in chiesa di un pos per effettuare il versamento delle offerte attraverso il bancomat. Una procedura attivata dalla Curia veneta in via sperimentale. Ma in Friuli, il mondo della Chiesa cosa pensa di questa innovazione, anche in considerazione del fatto che in numerose parrocchie e canoniche del territorio ignoti hanno svuotato le cassette delle offerte? In un mondo sempre piu’ virtuale, nel quale anche il Papa twitta i suoi messaggi, un po’ di tecnologia potrebbe essere utile, anche a recuperare qualche offerta in più? In Friuli queste entrate sono mediamente diminuite del 20-30%.
“L’obiettivo è quello di ridurre la circolazione del contante – commenta il parroco di Rivignano Teor monsignor Brida -. E’ condivisibile. Io sono aperto al futuro, ma i tempi non mi paiono maturi. Credo che le monetine siano la forma più comoda per aiutare la Chiesa, soprattutto da parte degli anziani”.
Sorride monsignor Rizieri De Tina, alla guida della parrocchia di Nimis, e in marilenghe riferendosi al calo delle offerte dice: “Le borse ae simpri pui flape. La forma è secondaria, l’importante è che la sostanza arrivi”. Don Luca Calligaro, parroco di Martignacco, ha le idee chiare. “Anche no! Basta vedere come vanno in difficoltà i nostri anziani quando vanno in posta. Immaginiamoci con un pos che viene fatto girare fra i banchi delle chiese”.
L’economo dell’arcidiocesi di Udine Don Sergio Di Giusto pronuncia poche parole ma bastano a capire che il bancomat per le offerte nelle chiese friulane per il momento è lontano anni luce. “Da noi non si è posto il problema, non sono arrivate proposte di questo tipo dalle parrocchie – archivia Di Giusto – sappiamo che le offerte sono calate del 20 /30 %, a questa innovazione dico no grazie”.