Dopo una dura crisi ultradecennale, il comparto dell’edilizia sta rialzando la testa. Secondo le ultime stime, il settore delle costruzioni in Friuli Venezia Giulia potrebbe salire dal +1,4% al +3,5% nel 2019. Ne sta beneficiando l’occupazione, ma per dare una spinta decisa alla ripartenza servono figure professionali capaci di coniugare la tradizionale manualità e artigianalità con l’avvento delle nuove tecnologie. Quelle formate dalla Scuola edile di Udine trovano piena occupazione ancor prima di completare il ciclo di studi, ma non bastano a soddisfare la domanda delle imprese.
I giovani qualificati come operatori edili a giugno 2019 sono stati solamente 10 e hanno potuto scegliere tra 40 aziende candidate ad assumerli. Anche i 12 allievi del corso IFTS di istruzione e formazione tecnica superiore di 800 ore “tecniche di organizzazione e gestione del cantiere edile con il BIM” hanno tutti trovato occupazione. E il numero dei nuovi iscritti, anche in prospettiva, non è adeguato a colmare questo disallineamento tra i profili formati e quelli richiesti. Questi i dati emersi nel corso di una visita che il direttore generale di Confindustria Udine, Michele Nencioni, ha effettuato alle strutture del CEFS (Centro edile per la Formazione e la Sicurezza) e della CEMA (Cassa edile di mutualità ed assistenza) di Udine.
Nencioni, accompagnato dal responsabile di Ance Udine Aurelio Di Giovanna, è stato ricevuto da Angela Martina e Loris Zanor, rispettivamente presidente e direttore del CEFS. Oltre alla visita ai locali scolastici, il direttore generale di Confindustria Udine ha avuto modo di apprezzare il corso specialistico sull’impiego dei droni in ambito edile, assistendo a una dimostrazione pratica delle possibilità di utilizzo di tali apparecchiature nei rilievi e nelle mappature di cantiere, che oggi garantiscono nuove opportunità professionali nel settore.