Incentivi alle assunzioni, ma solo se lavori in Fvg da almeno 5 anni

Via libera in Aula alla misura di sostegno, riservata a chi risiede in regione da almeno cinque anni
Redazione

“Scegliere di riservare gli incentivi alle aziende che assumono lavoratori penalizzati dalla crisi e residenti continuativamente in Friuli Venezia Giulia da almeno 5 anni è una decisione fortemente innovativa poiché coniuga la necessaria attenzione della Regione alle esigenze delle imprese, vincolando l’erogazione dei contributi a parametri oggettivi legati all’impegno delle aziende sul territorio alla altrettanto indispensabile tutela dei lavoratori del Friuli Venezia Giulia”. Lo commenta il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga in merito alla misura in materia di Lavoro inserita nel ddl Omnibus appena approvato in aula con i voti del centrodestra.

“Per effetto di questa legge – aggiunge Fedriga – si afferma dunque quel principio di precedenza per i residenti che è atto di responsabilità dell’Amministrazione regionale nei confronti della comunità e, al contempo, elemento qualificante del suo mandato”. In seguito ai provvedimenti approvati nella Omnibus la Regione sosterrà con la formazione e con contributi le aziende che investono sul territorio del Friuli Venezia Giulia, a patto che queste accettino di coniugare l’interesse privato con il bene pubblico.

Una linea inaugurata negli scorsi mesi che l’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen definisce “un patto sociale tra tessuto produttivo e Regione, per cui ogni singolo contributo è vincolato al mantenimento del sito produttivo sul territorio regionale e alla tutela dei livelli occupazionali. Tra le clausole di questo contratto, l’automatica esclusione da ogni contribuzione regionale per le aziende che, negli ultimi tre anni, abbiano effettuato licenziamenti collettivi senza accordi con le parti sociali”, ha puntualizzato. Rosolen ha ricordato che la Regione “investe su una reale assunzione di responsabilità nei confronti del territorio e della comunità regionale e darà il proprio sostegno alle imprese che siano rispettose dei patti, sia per quanto riguarda lo sviluppo che la prospettiva di vita dei lavoratori. Se un’azienda disconosce un accordo stipulato, licenzia persone senza una reale motivazione o delocalizza per convenienza fiscale o perché cerca maestranze più malleabili sul fronte del compenso, perderà ogni possibilità di ricevere contributi e subirà la revoca di eventuali incentivi già incassati”.

“Abbiamo risposto all’esigenza di rafforzare le norme di anti-delocalizzazione in difesa del nostro tessuto produttivo, dei nostri lavoratori e di tutti i cittadini del Friuli Venezia Giulia. Troppo spesso le imprese hanno ricevuto contributi regionali per poi scappare all’estero, lasciando a casa i dipendenti”, ha detto il consigliere regionale della Lega Antonio Calligaris, durante la discussione in Aula del disegno di legge n. 54 contenente disposizioni multisettoriali per esigenze urgenti del territorio regionale. “Alla luce delle crisi aziendali dell’ultimo anno, è necessario vincolare il mantenimento del contributo alle imprese solo a fronte di un accordo sindacale e al mantenimento del sito produttivo. Non potranno accedere ai contributi regionali -spiega l’esponente di maggioranza – le aziende che nei tre anni precedenti e nei tre successivi ricorreranno a licenziamenti collettivi senza accordi con le parti sociali; inoltre verranno finanziate solo le imprese che assumono lavoratori residenti in Regione da almeno cinque anni. “L’obiettivo di questo limite temporale è di favorire il riassorbimento dei cittadini del Friuli Venezia Giulia che sono stati colpiti dalla crisi e hanno più difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro. E’ nostro dovere – conclude Calligaris – pensare a loro e alle loro famiglie attraverso un contributo indirizzato alle imprese che scelgono di assumerli”.

Alla soddisfazione della Giunta, fanno da contraltare le critiche delle opposizioni. “Lo scopo, ovviamente, è rendere la Regione un luogo inospitale per gli stranieri anche se in regola con il permesso di soggiorno e lecitamente residenti in Italia perché la mission di questa maggioranza è favorire la separazione, la discriminazione ogni volta che vi è l’occasione”, commenta Furio Honsell, consigliere regionale di Open-Sinistra FVG. “Questa norma, oltre che discriminatoria, è improvvida e controproducente: si rende disincentivante assumere anche cittadini italiani residenti in altra regione che per qualche motivo (famiglia, opportunità di carriera) vogliano trasferirsi in Friuli Venezia Giulia, oppure assumere un profilo ad alta qualificazione professionale grazie a una ricerca sull’intero territorio nazionale. Ma per la maggioranza quello che conta non è governare la Regione facendo scelte in linea con le necessità economiche e sociali del territorio, bensì dimostrare il proprio zelo nei confronti del clima politico nazionale e fare quotidianamente la propria parte – chiosa l’esponente di centrosinistra – per rendere il Friuli Venezia Giulia una terra ostile e inospitale”.

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